sabato 26 novembre 2016

LIBRO: Piccole donne

Titolo: Piccole Donne
Titolo originale: Little Women
Autrice: Louisa May Alcott
Pubblicazione: 1868
Genere: romanzo ("dramma familiare")
Ambientazione: USA (New England), anni '60 dell'800


Ho riletto questo classico romanzo poche settimane fa dopo molti anni rispetto a quando l'avevo letto la prima volta. Sicuramente la prima volta l'avevo letto alle elementari e forse riletto anche una volta alle medie. Mi era venuta voglia di rileggerlo perché ripensandoci ricordavo molto bene ciò che succedeva nel secondo libro "Piccole donne crescono" ma non in questo qui (che tra l'altro è l'unico del quale possiedo una copia a casa).

Louisa May Alcott pubblica infatti l'opera in due libri distinti, uno uscito nel 1868 e uno nel 1869, negli Stati Uniti con il titolo di "Little Women or Meg, Jo, Beth and Amy". Dal 1880 fino ai giorni nostri invece negli USA i due volumi sono stati riuniti in uno solo.
Dal 1908 il romanzo si diffonde anche in Europa ma si preferisce pubblicarlo in due volumi separati chiamati "Piccole donne" e "Piccole donne crescono" e così viene fatto non solo in Italia ma nella maggior parte dei paesi europei.

Sono sicura che la maggior parte di voi avrà letto questi romanzi alle elementari, specialmente se siete ragazze. Tutte le generazioni di bambine l'hanno letto durante la loro infanzia e spesso viene fatto leggere proprio nelle scuole. So che alcune persone che non l'avevano mai letto, l'hanno recuperato da adulte (o comunque da grandi) e non l'hanno apprezzato tanto quanto tutti quelli (o quasi tutti ;)) che lo considerano una parte della loro infanzia.

La storia è definita proprio dall'autrice un "dramma familiare" e racconta la storia delle quattro sorelle March che vivono insieme alla madre e alla domestica Hannah negli Stati Uniti all'epoca della Guerra di Secessione americana, dove il padre sta combattendo. La famiglia March è benestante, o meglio lo era, infatti vivono in una bella casa e hanno la domestica però faticano ad avere cibo e vestiti proprio perché il padre non guadagna più essendo in guerra.
Le quattro sorelle March sono le protagoniste della storia e sono molto ben caratterizzate, ognuna ha la sua personalità, le sue abitudini, le sue passioni. Margaret detta Meg è la maggiore e quindi si sente in dovere di fare da mamma alle altre, generalmente è la più responsabile però ha anche un lato frivolo infatti tra le sorelle è quella più vanitosa perché ama l'eleganza ed essendo la più grande è anche l'unica ad essere stata abituata ad una certa vita che poi con la guerra è drasticamente cambiata, vorrebbe saper mantenere la casa e cucinare per gli altri ma non è il suo forte. Josephine detta Jo è la secondogenita, maschiato di famiglia, avventurosa, caotica ma soprattutto sognatrice infatti la sua passione è scrivere racconti e romanzi. Nonostante sia avventata e impulsiva riesce sempre a farsi perdonare perché in fondo è una buona persona. Elizabeth detta Beth è la più timida delle sorelle. Estremamente introversa ha dovuto addirittura lasciare scuola da quanto le causava disagio, parla raramente ma quando lo fa risulta sempre essere la più buona e saggia della famiglia. Si occupa prevalentemente della casa, ama giocare con le bambole e la sua passione sono il canto e il pianoforte. Amanda detta Amy è la più piccola e va ancora a scuola. Abbastanza vanitosa, infatti va d'accordo soprattutto con Meg, vorrebbe imitare la sorella maggiore e le piacerebbe essere già una donna adulta. La sua passione e talento più grande è la pittura. A volte risente troppo del suo essere "la bambina di famiglia" e fa di tutto per imitare le altre, anche con risultati negativi.
Gli altri personaggi importanti nella storia sono i due vicini di casa ovvero Theodore detto Laurie, ragazzo dell'età pressappoco delle sorelle March e loro migliore amico (specialmente di Jo) e suo nonno Laurence. Anche i Laurence sono piuttosto benestanti e aiutano infatti in più occasioni la famiglia March.
Meg è l'unica delle sorelle che lavora e che verso la fine del romanzo si fidanza.

Nella seconda parte della storia (che ora non ricordo benissimo ma che devo assolutamente rileggere) ci sono degli sviluppi piuttosto importanti, infatti ricordo meglio Piccole donne crescono non solo perché l'ho letto dopo ma anche perché effettivamente "succedono" più cose.
Poi c'è anche da dire che i film solitamente riassumono insieme gli eventi sia del primo che del secondo libro quindi consiglio a tutti di leggere sempre entrambi perché fermarsi al primo mi rendo conto che sarebbe incompleto. La storia diventa completa e acquista senso solo se letta tutta.

Fin dai primi anni del cinema muto questa storia è stata al centro di varie trasposizioni filmiche (particolarmente importante è la versione del 1918 diretta da Harley Knowles).
Altre due versioni famose sono quella del 1933 con Katharine Hepburn e quella del 1949 con Elizabeth Taylor. Naturalmente ogni versione apporta delle modifiche rispetto al romanzo.
Da ricordare sicuramente c'è anche la versione del 1955 che è uno sceneggiato per la televisione, trasmesso in 4 puntate, che è stato il secondo sceneggiato televisivo in assoluto della RAI quindi è anche rilevante dal punto di vista della storia della televisione italiana.
Sicuramente però quella che tutti noi abbiamo visto più spesso è la più recente versione del 1994 diretta da Gillian Armstrong con Winona Ryder e Kristen Dunst.
Negli anni '80 inoltre sono anche state tratte due diverse versioni di anime giapponesi.

Altri romanzi che sono seguiti di questi due primi romanzi sono anche "Piccoli uomini" e "I ragazzi di Jo". Non ho mai letto questi altri libri ma come dicevo prima ora vorrei recuperare Piccole donne crescono e poi anche rivedere diverse versioni dei film.

venerdì 25 novembre 2016

FILM: Hallelujah

Titolo: Alleluja!
Titolo originale: Hallelujah!
Regia: King Vidor
Produzione: USA, 1929
Genere: drammatico, musicale
Attori: Daniel Haynes, Nina McKinney, William Fountaine, Harry Gray


Il soggetto e la regia sono di King Vidor, le musiche del celebre Irving Berlin.
Bianco e Nero, 109 minuti, sonoro e musicale.

Questo film è fondamentale per la storia del cinema in quanto è il primo lungometraggio in assoluto con un cast di attori interamente di colore, con tematiche e ambientazione tratte proprio da scene di vita quotidiana "realistica".

Il regista King Vidor era candidato agli Oscar per questo film e anche se non l'ha vinto sicuramente era uno dei film principali dell'anno; ancora oggi infatti resta fondamentale per la storia del cinema. L'ho visto nella versione recentemente restaurata grazie al mio professore dell'università di un corso riguardo alla musica cinematografica. Sono sicura che se studiate o vi interessate di cinema anche voi ne avrete probabilmente sentito parlare e se non l'avete visto ve lo consiglio assolutamente, anche se è difficile da trovare, soprattutto in una versione restaurata.

Dal 2008 fa parte dei film conservati dal National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA.

King Vidor (1894-1982) è uno dei registi/attori più importanti del cinema hollywoodiano (attivo dagli anni '10 fino agli anni '50). Lavorò dal 1925 per la MGM, con la quale realizzò anche questo film. Gli anni '20 e '30 sono stati particolarmente prolifici per Vidor e i film realizzati in questo periodo sono anche considerati i suoi maggiori capolavori.
Primo presidente dello Screen Directors Guild dal 1936 al 1938. Durante la sua lunga carriera venne nominato ben cinque volte all'Oscar ma lo vinse poi nel 1979, un premio alla carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=2WQUTNBa8_Q
Questo è il link a un video degli Oscar del 1979: presentati da Johnny Carson; Audrey Hepburn consegna il premio alla carriera a King Vidor. Qui "Hallelujah" viene definito un "grande musical".
Il suo discorso di ringraziamento si concentra sul fatto che la sua prima nomination è stata proprio per la prima edizione degli Academy Award nel 1928 e quindi "se uno non ci riesce nei primi 25 anni, deve continuare a tentare nei prossimi 25 anni".

lunedì 21 novembre 2016

FILM: Now you see me 2

Titolo (originale): Now you see me 2
Regia: Jon M. Chu
Produzione: USA, 2016
Genere: azione, thriller
Ambientazione: USA, Cina (Macao)
Attori: Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Dave Franco, Lizzy Caplan, Morgan Freeman, Michael Caine, Daniel Radcliffe


Volevo andarlo a vedere al cinema a luglio, quando era uscito nelle sale, ma purtroppo non ce l'ho fatta perché dovevo prima recuperare il primo. Ho visto il primo film a luglio e mi era piaciuto, sicuramente non è il mio solito genere e non è nemmeno un film che rivedrei. Nonostante questo l'avevo comunque consigliato come un thriller d'azione originale e interessante, dedicato al mondo della magia e dei prestigiatori.

Prima di passare alla trama che sarà piena di spoiler (e quindi vi sconsiglio di leggere) dovete beccarvi un mio momento di sclero per i personaggi/attori, mi dispiace.
Alcuni rimangono uguali al film precedente, o così si fa per dire, quindi Mark Ruffalo, Morgan Freeman, Michael Caine (anche se situazioni scioccanti arrivano per tutti loro) e anche per due dei nostri cavalieri: Dave Franco e Jesse Eisenberg (molto meglio pelato che con i capelli che aveva nel film precedente!) ma sapete che il mio amore per lui non si estende ai film di questa serie purtroppo.
Per quanto riguarda invece Woody Harrelson posso solo dire WTF e se avete visto il film capirete perché... non sto parlando del personaggio naturalmente ma del suo ruolo/i di attore nel film :O
Il ruolo femminile nei cavalieri purtroppo non resta nelle mani di Isla Fisher (che al tempo delle riprese era incinta) ma passa a Lizzy Caplan; se volete un'onesta opinione preferivo Isla.
Altro momento WTF è stato quando Harry Potter diventa figlio di Michael Caine ma lasciamo stare.

Lasciando stare queste mie disquisizioni inutili passiamo ad un commento del film in sé. Se siete fan del primo film sicuramente vi piacerà anche questo perché non penso sia uno di quei sequel che ricalcano pigramente il loro predecessore, qui la storia viene effettivamente portata avanti (anche se con qualche momento WTF) ma nel complesso oltre ad andare avanti, alla fine arriva ad una sorta di conclusione - quindi non so cosa succederà perché ho sentito dire che ne verrà fatto un terzo, per favore non fatelo.

Ci sono stati elementi in entrambi i film che mi sono piaciuti più o meno in uno o nell'altro, quindi si bilanciano abbastanza. Si vede che questo è un sequel e in quanto tale non raggiunge il livello del primo però almeno non ci sono tutte quelle scene di inseguimenti in macchina (anche se la sequenza del passaggio della carta da gioco mi stava iniziando a far venire l'esaurimento nervoso) ma soprattutto: non c'è la francese dell'Interpol!! E solo per questo lo eleggo a mio preferito, ahah.

*SPOILER*
Passato un anno dalla fine del film precedente, i 4 cavalieri si ricompongono e gli viene assegnata una nuova missione in stile Robin Hood dal loro superiore Rhodes. Durante lo spettacolo che dovrebbe smascherare il truffatore, un misterioso individuo irrompe sulla scena e rivela al pubblico che Wilder è vivo e che Rhodes è il quinto cavaliere e questo lo smaschera coi suoi colleghi dell'FBI.
Mentre scappano vengono catturati dal fratello gemello di McKinney, che li porta a Macao in Cina.
Qui li accoglie un tale Mabry (D. Radcliffe) che sostiene di essere il partner di questo truffatore sconosciuto e incarica i cavalieri di impossessarsi di un chip e di consegnarglielo, in cambio della libertà. Nel frattempo Rhodes libera Bradley (che aveva fatto lui stesso finire in prigione) perché lo aiuti a trovare e salvare i cavalieri. Quest'ultimo però sfugge alla sua "custodia" perché dice di aver già previsto la sua liberazione per poterlo aiutare. Quando Atlas ottiene finalmente il chip lo vuole dare all'Occhio e quindi Mabry lo minaccia dicendogli che l'ha manipolato fin dall'inizio.
Rhodes viene fatto prigioniero da Mabry che gli svela di essere il figlio di Arthur Thressler e di agire per suo conto, per vendetta di ciò che era successo nel film precedente.
Padre e figlio sono convinti di essere riusciti a incastrarlo e quindi di aver compiuto la vendetta ma così non è, infatti Rhodes viene liberato dai cavalieri.
Dopodiché avviene un mega colpo di scena che nemmeno qui voglio rivelare, anche se vi ho avvisato, perché altrimenti non guardate il film se per sbaglio leggete questa parte.

Se anche voi avete visto questo secondo film fatemelo sapere e ditemi per favore le vostre impressioni perché come avete potuto leggere ci sono stati diversi punti critici, sono molto curiosa!

domenica 20 novembre 2016

LIBRO: Guida galattica per gli autostoppisti (#1)

Titolo: Guida galattica per gli autostoppisti
Titolo originale: The Hitchhiker's Guide to the Galaxy
Autore: Douglas Adams
Pubblicazione: 1979 (Italia 1980)
Genere: fantascienza, umoristico


Primo capitolo della cosiddetta "trilogia in cinque parti" ideata e scritta da Douglas Adams e pubblicata alla fine degli anni '70. Chiaramente fantascientifica, la serie viene inquadrata nel sottogenere "fantascienza umoristica".
La serie intera è ispirata alla serie radiofonica ideata da Adams stesso per la BBC e questo primo romanzo riassume le prime quattro puntate.

I protagonisti di questa storia sono Arthur Dent (terrestre) e Ford Prefect (alieno di Betelgeuse). I due erano conoscenti prima che Arthur scoprisse la vera identità/provenienza di Ford, pensava infatti che fosse un normale terrestre come lui.
Un giorno Arthur scopre che fuori di casa sua ci sono delle ruspe con degli uomini incaricati a demolirgli l'abitazione, chiede aiuto all'amico Ford perché la sua casa sembra essere più importante dell'autostrada che verrà costruita. Ford è però estremamente calmo perché sa che fra poco tutto ciò non avrà più importanza visto che anche la Terra intera dovrà subire lo stesso destino. Questo accade, infatti la Terra viene spazzata via da astronavi demolitrici (che daranno però un passaggio a Ford e Arthur, salvandoli) per la costruzione di un'autostrada spaziale.
Ford gli rivela la sua identità e dona ad Arthur la "guida galattica per gli autostoppisti" che gli servirà da enciclopedia per orientarsi in questo universo sconosciuto (letteralmente!) che ha appena scoperto. Siccome ben presto l'astronave rigetterà i due intrusi, per una minima probabilità i due vengono presi a bordo di una seconda astronave, chiamata "Cuore d'oro" comandata, per pura coincidenza da Zaphod Beeblebrox, amico d'infanzia di Ford e attuale Presidente della Galassia. Sull'astronave viaggiano anche Trillian (la ragazza di Zaphod, che proviene dalla Terra come Arthur) e un robot depresso di nome Marvin.
I 5 compagni di viaggio arrivano sul pianeta Magrathea, fino ad ora ritenuto pura leggenda, scendono in esplorazione perché la leggenda racconta che questa sia la fabbrica che genera tutti i pianeti dell'Universo. Ben presto scoprono che non si tratta affatto di leggenda e conoscono perfino colui che aveva progettato e costruito la Terra. I padroni di questo mondo incredibile sembrano essere i due topi "addomesticati" che Trillian aveva portato dalla Terra, rivelatisi loro i veri padroni di Trillian e non viceversa. Essi spiegano anche di come i topi abbiano intenzionalmente agito per condizionare gli esperimenti per i quali gli umani li usavano come cavie.
Lo scopo degli abitanti di Magrathea era quello di trovare la risposta alla domanda primaria, e ci erano riusciti molti anni prima grazie al migliore dei computer che l'aveva appunto fornita: "42". Nessuno però capì il significato di quella risposta, allora il computer fece notare che forse ora avrebbero dovuto trovare "la domanda fondamentale sulla vita, l'Universo e tutto quanto".

Tutta questa incredibile e fantascientifica storia è pervasa da humor inglese davvero geniale, per quanto mi riguarda. Della serie che mentre ero in treno a leggerlo mi mettevo a ridere da sola.
Consiglio a tutti di leggerlo non solo perché è considerato fondante per il suo genere ma anche perché non è per nulla impegnativo: breve e divertente ma davvero ben scritto.
Io sapevo già che mi sarebbe piaciuto (perché non resisto alla fantascienza anni '70-'80) e così ho già comprato anche gli altri quattro libri della serie sperando di leggerli al più presto, prima di dimenticare la storia.

Nel 2005 è anche uscito un film omonimo tratto dal libro, diretto da Garth Jennings. Non l'ho ancora mai visto anche se penso che prima o poi lo farò.
Devo dire però che mentre leggevo non me lo immaginavo tanto come film ma piuttosto come una sorta di animazione stile "Nightmare before Christmas" ma con questo non intendo che lo vedrei bene diretto da Tim Burton, assolutamente no. Solo che mi immaginavo Zaphod come il sindaco della città di Halloween, quindi se vedessi il film contaminerei la mia immaginazione perché mi influenzerebbe troppo ;)

E voi, come ve li eravate immaginati?

giovedì 17 novembre 2016

FILM: Genius

Titolo (originale): Genius
Regia: Michael Grandage
Produzione: USA e UK, 2016
Genere: biografico, drammatico
Ambientazione: New York, anni '20
Attori: Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney


Primo film diretto da Michael Grandage dopo la sua lunga carriera come regista teatrale.

Questo film racconta la storia di due uomini: lo scrittore Thomas Wolfe e il suo editore Max Perkins (editore anche di autori del calibro di Hemingway e Scott Fitzgerald). Egli non è semplicemente l'editore più importante della New York anni '20 ma è anche colui che ha il merito di aver scoperto autori fondanti per la letteratura.

Vedendo il trailer poteva sembrare un racconto biografico di Perkins oppure di Wolfe ma non è nulla di tutto questo. Quel che sta al centro di questa storia è il rapporto unico che si crea tra questo editore e i suoi scrittori (molto diverso da scrittore a scrittore) con un focus su Wolfe, soprattutto viene mostrato l'evolversi nel tempo di questa relazione.

Consiglio di vederlo sicuramente a chi interessano i tempi trattati, magari se avete già letto i romanzi degli autori presenti o se vi interessate di dinamiche editoriali e cose del genere.
Nel complesso è un bel film, a me è piaciuto e anche alle altre 3 persone che sono venute con me al cinema a vederlo... giusto per darvi un'idea.
Nonostante questo non penso che lo rivedrei ed è tranquillamente visibile anche in DVD, non per forza al cinema, se capite cosa intendo. Bello e ben fatto ma nulla di sconvolgente, ecco.

Per quanto riguarda gli attori devo dire che è stata la scena di Colin Firth del trailer che mi ha invogliato ad andare a vederlo, perché è raro vederlo furioso nei suoi film. Colin Firth è un attore molto bravo a mio parere anche perché col tempo si è creato un po' un "personaggio", devo dire che questa volta se ci fosse stato un altro ad interpretare Perkins non sarebbe successo nulla. Forse ci sarebbero anche attori più adatti di lui per quel ruolo. Per quanto riguarda invece il personaggio di Wolfe penso che Jude Law sia ben adatto al ruolo di egocentrico e presunto artista, anche perché l'antipatia che il personaggio dovrebbe suscitare, secondo me, è suscitata anche dall'attore normalmente. Perdonatemi se amate Jude Law ma questa è la sensazione che mi suscita, se non altro almeno è adatto al ruolo! Se invece volete vedere il film solo per Nicole Kidman potete anche non farlo perché non ha un ruolo primario e il suo personaggio non è stato molto sviluppato, quello che urta lo spettatore forse è la mancanza di un approfondimento sui personaggi della moglie di Perkins e dell'amante di Wolfe... soprattutto quando ci vengono comunque presentate abbastanza bene come introduzione. Oltre al rapporto tra le donne e i loro uomini poteva magari anche essere "messo in scena" un rapporto fra le due donne proprio.

Lasciando da parte le mie disquisizioni su attori e personaggi, in definitiva lo descriverei come un film interessante (potenzialmente molto di più di quello che è stato) ma nulla di sensazionale. Da guardare per conto proprio a casa magari, quindi non imperdibile al cinema. Ad esempio io sono andata a vederlo il secondo mercoledì del mese al cinema, quando costava solo 2 euro :)

sabato 12 novembre 2016

LIBRO: L'albero delle bugie

Titolo: L'albero delle bugie
Titolo originale: The Lie Tree
Autrice: Frances Hardinge
Pubblicazione: 2016
Genere: romanzo, Young Adult
Ambientazione: Inghilterra vittoriana


Alla fine del mese di settembre la simpaticissima Giorgia del canale YT "Jo Reads" ha inaugurato un gruppo di lettura, di cui io sono subito entrata a far parte. Il mese di ottobre sarebbe stato il primo nel quale si sceglieva il libro del mese ma per motivi di spareggio ne sono stati selezionati due... quello che ho letto io è stato questo romanzo YA perché mi incuriosiva parecchio dalla trama e l'ho scaricato in digitale sul mio PC.

Dalla copertina originale in inglese sembrava anche piuttosto "creepy" e quindi adatto per il mese di Halloween ma alla fine non si è rivelato essere molto spaventoso, anche se mescola un fattore drammatico ad un fattore fantastico o fantascientifico (se si può considerare in questo modo).

Faith, la protagonista, è un'adolescente che vive in una rispettabile famiglia dell'Inghilterra vittoriana. Tutto cambia quando, a causa di uno scandalo che ha toccato specialmente suo padre, ma di riflesso anche l'intera famiglia, sono costretti a trasferirsi a Vane, isoletta sperduta dove sono in corso degli scavi archeologici ai quali il padre, il reverendo Sunderly, è piuttosto interessato.
Il reverendo è un importante paleontologo e tutta la sua fama e rispettabilità cade completamente con questo scandalo. Questo ha anche ripercussioni dirette su Faith, che idolatrava il padre non solo come suo punto di riferimento ma anche perché diventare scienziata è la sua aspirazione, senza contare il fatto che ha sempre dovuto nascondere la sua intelligenza e conoscenza scientifica a tutti meno che al padre, perché nella sua società le donne che si interessavano di argomenti simili non erano ben viste.
Oltre a Faith e al reverendo, la famiglia Sunderly è composta anche dalla madre Myrtle (che viene sempre chiamata per nome, e mai "mamma" o "madre"), apparentemente vanitosa e superficiale, e il fratellino minore Howard, che vede nella sorella un punto di riferimento.

In qualsiasi riassunto della trama, anche sul retro del libro, troverete scritto che "dopo la morte del padre la vita di Faith cambia" e quindi se ve lo dicessi non sembrerebbe uno spoiler; ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che la morte del padre non avviene affatto all'inizio del libro ma circa verso metà! Questo è stato uno dei fattori che hanno peggiorato la mia esperienza di lettura di questo libro. L'altra è stata proprio il fatto di averlo scaricato sul mio PC (naturalmente colpa mia) ma non avevo mai provato prima quindi ho voluto fare un esperimento. Bene, l'esperimento non è riuscito perché la lettura è stata piuttosto discontinua e, contando anche le numerose difficoltà dei nomi e dei personaggi, ho fatto molta confusione e avevo difficoltà a seguire le azioni delle varie persone e la trama.

Come è stato fatto notare anche da Giorgia la scrittrice forse ha cercato di ricreare lo stile di un romanzo scritto nel periodo dell'ambientazione, tanti personaggi, informazioni dettagliate e tecniche inserite (secondo me un po' a caso) sulla fotografia del periodo, sui fossili, etc. Forse era effettivamente questa la sua intenzione ma non credo ci sia riuscita.

Devo ammettere che le premesse lo rendevano potenzialmente molto interessante ma alla fine si è rivelato piuttosto deludente. Non ha una fine, o meglio ce l'ha ma non può essere considerata soddisfacente! Ci sono personaggi che spariscono nel nulla e non vengono più nominati da un certo punto in poi... assolutamente inutile! Poi ci sono personaggi ed episodi interi che potevano benissimo essere tagliati, l'ho trovato troppo lungo e prolisso, non mi ha colpito molto.

In parte forse per la condizione in cui l'ho letto, in parte per lo spoiler della morte del padre, in parte per la scrittura poco accurata (o meglio, paradossalmente troppo dettagliata da risultare fuori luogo), ma infine forse solo perché non amo questo genere misto fra fantasy-YA-"storico"(con molte virgolette)-romanzo misterioso; sempre che si possa considerare un genere perché l'impressione che ho avuto è che l'autrice ha buttato dentro un po' troppe cose, senza sviluppare bene una di queste, e ripeto che è un peccato perché le premesse erano interessanti.

Le tematiche potevano sembrare davvero interessanti se sviluppate in un altro modo, ma forse c'era un problema di "genere" tra me e questo libro, non saprei però se è solo questo. Fatemi sapere cosa ne avete pensato, specialmente se siete magari un po' più esperti su questo genere e se solitamente amate opere di questo tipo perché so che ha vinto anche dei premi quindi magari è un'autrice nota per il genere Young Adult.

Ora non vedo l'ora di leggere il libro del GDL scelto per il mese di novembre: "Una stanza piena di gente" di Keyes, non vedo l'ora che mi arrivi perché l'ho già ordinato :)

venerdì 11 novembre 2016

FILM: Il lupo della steppa

Titolo: Il lupo della steppa
Titolo originale: Steppenwolf
Regia: Fred Haines
Produzione: Svizzera, 1974
Genere: drammatico
Attori: Max von Sydow, Dominique Sanda, Pierre Clementi, Carla Romanelli





Basato sul romanzo omonimo di Hermann Hesse del 1927, letto da me il mese scorso, siccome vi ho già spiegato nel post dedicato di come quel libro abbia avuto un impatto notevole su di me ho deciso ora di vedere anche il film e devo dire che mi è piaciuto anche se l'ho trovato piuttosto particolare e diverso da qualsiasi cosa che avessi mai visto.

Questo adattamento cinematografico è l'unico che sia mai stato tratto dal romanzo di Hesse ed è peraltro piuttosto sconosciuto in quanto non ebbe molto successo ai tempi dell'uscita negli anni '70 e non ne ebbe nemmeno negli anni '80 con la riedizione italiana.

Ho trovato particolarmente adatto ai fini della storia che questo film sia stato realizzato proprio negli anni '70 perché secondo me fa parte di quel gusto che c'era negli anni Settanta verso ciò che proveniva dagli anni '20 e dall'età del jazz. La storia di Harry Haller infatti si svolge dopo la prima guerra mondiale in un mondo di divertimenti, della "Golden Age" e l'ambientazione è grosso modo mantenuta anche se, come osserviamo dal suo ritorno in voga negli anni '70, come ogni moda è destinata prima o poi a tornare.
Harry Haller è l'alter ego di Hesse nel romanzo e Max von Sydow gli dà quel perfetto tono da intellettuale profondamente scosso da sé stesso, lacerato dalle sue due parti: l'uomo e il lupo. Il suo incontro con Erminia e le sue esperienze psichedeliche (estremamente anni '70 nel film) lo faranno rendere conto di come la sua anima non sia solo divisa in due ma frammentata in molte più parti. Non dimentichiamo che Erminia lo salva dal commettere suicidio il giorno del suo 50esimo compleanno.

Le mie parti preferite sono state: la resa del libretto/manoscritto "Il lupo della steppa"; la resa del sogno di Harry nel quale vede Goethe prendere vita e dargli lezioni di vita mondana; la danza di Harry con Maria, prima della notte passata assieme, quando mimano le loro azioni come in un balletto; la musica e il montaggio che partono ad un certo punto del Teatro Magico.

Le opinioni condivise in giro per il web sono state piuttosto positive nonostante pensassi che in molti l'avrebbero odiato, come di solito sento che c'è un certo amore-odio per Hesse e che risulta indigesto a molti. Forse è anche perché il film, non essendo molto conosciuto, viene visto solo da quello che il romanzo l'hanno già letto e quindi presumibilmente a quelli a cui è piaciuto.
Così è stato almeno per me ma in generale vedo che viene ampiamente consigliato a tutti i lettori entusiasti di Hesse.

In poche parole per riassumere la mia reazione a questo film: inizialmente non gli avrei dato due lire perché altrimenti non mi spiegavo come potesse essere così sconosciuto! Fin da quando l'ho iniziato però devo dire che sono rimasta totalmente ipnotizzata perché è davvero stupendo, una vera rivelazione! Pensate poi che l'ho dovuto vedere in tedesco perché era l'unica lingua disponibile e questo, contro ogni aspettativa, non mi ha creato nessun problema.

Sono molto contenta di averlo visto e scoperto perché ora posso anche consigliarlo ad altre persone, anche se - come per il libro - verso ciò che è sconosciuto e a cui ci si sente affezionati, si fa fatica a condividerlo con gli altri, egoisticamente ma è proprio quello che mi è successo con questo film e ancora prima col libro da cui prende ispirazione!