sabato 6 gennaio 2018

MUDBOUND (USA, 2017)

"Mudbound" - legame di fango letteralmente - è il titolo che descrive alla perfezione le dinamiche che legano una famiglia di bianchi e una di neri nel Mississippi rurale degli anni '40.
Coltivare la terra in questo frangente significa piuttosto coltivare nel fango, mentre i familiari più giovani da entrambe le parti sono in guerra a migliaia di chilometri da casa.

La vita non è facile per i McAllan, da poco trasferitisi dalla città, ma ancor meno lo è per i Jackson (intuibile chi siano i bianchi e chi i neri). I primi devono rinunciare a quel poco di vita mondana che c'era prima della guerra nel profondo sud degli Stati Uniti. I secondi vivono la vita che tutti i loro predecessori hanno condotto, immutata, a coltivare i terreni dei bianchi, ma forse sotto sotto sono anche più sereni - o rassegnati - proprio per questo.

Tutto cambia quando nel 1941 James McAllan e Ronse Jackson vengono richiamati alle armi per andare a combattere lontanissimi da casa, in un luogo mai visto, contro nemici sconosciuti.
Le leggi razziste di segregazione sono ancora lontane dalle contestazioni degli anni '60, specialmente in un posto come questo. Il capofamiglia McAllan, un nonno sulla settantina (Jonathan Banks), è iscritto al Ku Klux Klan, ma le generazioni successive sono relativamente più morbide: il figlio maggiore è lo scostante Henry (Jason Clarke), sposato con Laura (Carey Mulligan) e due figlie piccole; il figlio minore invece è l'affascinante Jamie (Garrett Hedlund) pilota di bombardieri in guerra.
I coniugi Jackson, Florence e Hap (Mary J. Blige e Rob Morgan), hanno alle spalle la dura vita della campagna segnata dalla segregazione, abituati a dover sempre mandare giù ogni insulto senza poter reagire, cercano di vivere al meglio la vita in famiglia sperando nel futuro dei figli, specialmente ora che Ronsel (Jason Mitchell) è in Europa a combattere.

Se tutta questa situazione sembra durissima e devastante, lo sarà molto di più una volta tornati dalla guerra. Essere vicini alla morte, essere uguali di fronte alla morte, farà sembrare assurda ognuna delle stupide regole della loro vecchia vita nel Mississippi. Sarà possibile un'amicizia tra i due reduci? E sarà possibile un'amicizia tra Laura e la signora Jackson nonostante il colore della pelle?





Questa pellicola dai toni grigi e color fango, letteralmente, ci insegna come convivere - anche nelle circostanze più difficili - voglia dire mettere innanzitutto in discussione sé stessi.
Molti sono stati, anche negli anni più recenti, i film che hanno trattato questa convivenza. Traslarla in varie epoche cambia il contesto ma non cambia la sostanza.

Mudbound si inserisce nel panorama indipendente statunitense come una pellicola di stampo classico,  ma aggiornata agli usi e costumi del 2017, con distribuzione limitata a Netflix.
Tematiche più attuali che mai, come il razzismo, la sottomissione della moglie al marito, il voler andare oltre al fardello della propria famiglia e poter desiderare qualcosa di diverso.
Il rapporto che si instaurerà tra i due giovani reduci farà purtroppo capire che è stata necessaria una guerra per far riavvicinare chi una volta è stato diviso dalle circostanze della società.
Dopo una prima parte nella quale punti di vista e voice-over eccessivi ci fanno partire un po' spaesati, il film ingrana la marcia giusta e ci porta dritti fino alla fine, in compagnia di grandi interpretazioni e discreta sceneggiatura.

La regista afroamericana Dee Rees ha diretto e co-sceneggiato un adattamento dal romanzo di Hillary Jordan. Molte sono le donne che hanno partecipato alla realizzazione di questa piccola impresa, a partire dall'azzeccata se pur non rivoluzionaria fotografia. C'è la plausibile chance che possa arrivare a qualche nomination la notte degli Oscar, anche se non sono certa di come funzionino le cose per il film targati Netflix. Nel frattempo sappiamo che Mary J. Blige parteciperà ai Golden Globes 2018 come miglior attrice non protagonista, oltre che gareggiare con una delle sue canzoni originali.

Qualche difetto nella prima parte c'è, lentezza e un po' di confusione, non si tratta di un'opera che rasenta la perfezione eppure posso definirlo uno dei migliori film originali Netflix che io abbia visto finora sulla piattaforma. Se siete abbonati, non lasciatevelo sfuggire!