Quindi dopo una lettura che mi aveva convinto solo a metà sono passata a un monologo teatrale breve ma intenso, e questa volta mi sono affidata ad un autore italiano totalmente nuovo per me.
Titolo: Viva la vida!
Autore: Pino Cacucci
Pubblicazione: 2010
Genere: monologo teatrale, biografico
Ambientazione: Messico, biografia di Frida Kahlo (1907-1954)
Nonostante questo tipo di lettura fosse qualcosa di totalmente nuovo per me (l'unico monologo teatrale che ho letto associabile a questo è Novecento di Alessandro Baricco) posso accostarlo al precedente libro che ho letto a gennaio, ovvero "La spia" di Paulo Coelho. Entrambi sono ritratti di donne che provengono da un altro paese rispetto agli autori, Coelho brasiliano ritrae Mata Hari olandese mentre Pino Cacucci italiano ritrae la Kahlo messicana.
Come anche per Mata Hari, nonostante fossi sempre stata affascinata dalla vita di queste donne, nemmeno per Frida Kahlo ho mai letto un libro totalmente dedicato a lei (fatta forse eccezione per un capitolo dedicato a lei in "Historias de mujeres" una bellissima raccolta di racconti di donne reali scritti da Rosa Montero).
Come dicevo sopra, è stato un acquisto - e quindi una lettura - impulsivo, ero ispirata dal retro di copertina e anche dalla bellissima copertina stessa. Mi hanno colpito molto anche perché ho subito capito che si trattava di qualcosa fuori dal comune, e in questo caso avevo ragione, perché mi è piaciuto moltissimo oltre ad avermi aperto gli occhi sulla storia particolare di questa pittrice.
La narrazione è composta da stralci di vita raccontati in prima persona dalla stessa Frida e, tenendo sempre conto che si tratta di un monologo teatrale, dobbiamo prendere atto del linguaggio allo stesso tempo semplice ma di forte impatto, molto evocativo.
In questo sono stata positivamente colpita dal lavoro di Cacucci perché anche non conoscendolo so che parlando di Messico era perfettamente a suo agio, masticava il suo pane quotidiano; non credo però che sia un frequente autore di testi teatrali, quindi a maggior ragione voglio dargli pieno merito per questa sua opera, per quanto breve sia.
Frida Kahlo ci racconta dal suo punto di vista la sua vita e le sue sventure, i suoi dolori e le sue gioie, le sue emozioni e i suoi sentimenti, il rapporto ambiguo con il marito Diego Rivera e con le altre persone importanti nella sua vita. C'è anche molto Messico che emerge dalle sue parole, molta "messicanità" in lei.
Anche se possono sembrare poche pagine la struttura è in realtà composta da tre parti: la prima è quella principale ed è l'effettivo monologo teatrale recitato nei panni della Kahlo, la seconda è più breve e riassume un po' il tutto da occhi esterni, facendo il punto della situazione, ma pur sempre restando nell'opera teatrale; la terza e ultima invece è composta da un paio di pagine dove chi parla è senza dubbio l'autore "a sipario chiuso".
Si nota come ogni singola parola sia stata scelta in modo soppesato e questo rende il tutto molto intenso, ma non pesante, infatti l'autore resta sempre nella sfera di linguaggio semplice e diretto, e questo fa sì che la lettura sia molto veloce. Libro che si legge in poco tempo, monologo forte e poetico insieme, in poche pagine.
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