Titolo: La solitudine dei numeri primi
Autore: Paolo Giordano
Pubblicazione: 2008
Genere: romanzo
Ambientazione: Torino, dagli anni '80 fino ai 2000
Sono arrivata un po' in ritardo con questo libro perché, a quanto pare, tutti l'hanno già letto nel 2008-2009, insomma: appena è stato pubblicato. Certo, succede così con tutti i libri che vincono subito un premio Strega, è anche normale. Poi ha vinto anche altri premi e quindi leggendolo uno si aspetta un libro eccezionale. Io ad esempio avevo altissime aspettative, cosa che sarebbe meglio non avere prima di leggere qualsiasi libro ma praticamente tutte le persone che conoscevo che lo hanno letto, avevano dato un giudizio positivo.
L'ho iniziato l'altro ieri sera e l'ho terminato ieri mattina quindi c'è qualcosa che ti tiene abbastanza sulle spine, qualcosa che ha fatto sì che lo leggessi (quasi) tutto d'un fiato. In realtà non credo sia dovuto allo stile di scrittura, piuttosto a come la trama si presentava: dai primi capitoli sembrava un libro decisamente interessante.
Lo stile di scrittura, parliamone: l'ho trovato un banale stile da "giovane scrittore italiano" che a me dà un po' fastidio leggere, mi ha ricordato tanto Alessandro D'Avenia.
Per l'amor del cielo, non voglio di certo sminuire Paolo Giordano che, nonostante non lo conosca bene come autore essendo questo il primo suo libro che leggo, leggendo la sua biografia e scoprendo chi è non metto in dubbio che sia una persona molto intelligente e valida.
Però resta il fatto che lo stile di scrittura non mi ha colpito e nemmeno lo sviluppo della trama.
Le parti positive sono l'inizio del libro e... la copertina che mi piace un sacco.
Quindi riassumendo: lo consiglio sì, ma tenendo conto che non ha praticamente un finale, e a me ad esempio questo è un difetto molto grande.
Per quanto riguarda la trama e la struttura, abbiamo 2 protagonisti che negli anni '80 sono bambini, poi crescono e viene narrata la loro adolescenza e la loro amicizia negli anni '90 per arrivare all'età adulta fino al 2007.
Mattia ed Alice sono due giovani di Torino che inizialmente non si conoscono, poi molto lentamente diventano amici ma mai niente di più per perdersi completamente di vista alla fine, fatta eccezione per un veloce incontro che non porta a nulla. Questo libro non ha un finale. Lo ripeto.
Per chi non lo sapesse nel 2010 è uscito anche il rispettivo film che mi incuriosirebbe guardare, e su cui più avanti vi parlerò. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del libro (anche del film se volete) perché ho trovato opinioni molto discordanti.
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