Titolo originale: One flew over the cuckoo's nest
Regia: Miloš Forman
Produzione: USA, 1975
Genere: drammatico
Ambientazione: Salem, 1963
Attori: Jack Nicholson, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, Danny DeVito, William Redfield, Peter Brocco
Tratto dall'omonimo romanzo di Ken Kesey pubblicato nel 1962.
Il romanzo dal quale questo film è tratto è stato un enorme successo al momento della sua uscita nel 1962 negli USA (in Italia dal 1976) perché raccontava la realtà spesso tenuta nascosta riguardo a ciò che succedeva realmente all'interno degli ospedali psichiatrici; il successo fu anche merito del fatto che Ken Kesey basava la storia sulle sue esperienze di infermiere all'interno di uno di questi ospedali.
Non ho mai letto il libro ma mi piacerebbe molto, soprattutto da quando ultimamente mi sto interessando della "beat generation" di cui lo scrittore fa parte.
Il titolo è noto a tutti ed è ormai entrato a far parte della cultura popolare, molto spesso lo sentiamo nominare nella vita quotidiana come riferimento ormai famoso. Al giorno d'oggi però non penso che tutti i giovani conoscano davvero la storia che sta dietro a questo titolo ed è per questo che esorto chiunque a vedere il film se ancora non l'avete fatto, oltre che poi a leggere il romanzo (ma in questo anche io arrivo in ritardo).
In realtà fino a poco tempo fa nemmeno io avevo visto questo film; ciò che mi ha finalmente deciso a vederlo è stato lo spettacolo teatrale che sono andata a vedere a inizio-metà novembre. Si trattava di uno spettacolo di prosa diretto dal bravissimo Alessandro Gassman con gli attori bravissimi della compagnia del Teatro di Napoli (seriamente uno degli spettacoli più d'impatto visti ultimamente quindi se vi capita dovete andarlo a vedere)!
Assieme al libro, anche il film ha contribuito a trattare questo tema in modo estremamente aperto, cosa fino a quell'epoca mai successa e anche per questo ha fatto la storia del cinema. Oltre ad aver visto lo spettacolo, questo è il motivo per cui mi sono decisa a vederlo, siccome studio cinema mi sembrava il caso. Si tratta di uno degli unici 3 film della storia del cinema che ha vinto tutti e 5 gli Oscar principali (come Accadde una notte di Frank Capra e Il silenzio degli innocenti di J. Demme).
Inoltre bisogna anche ricordare che è entrato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso USA nel 1993 (come ho già detto per altri film) e che nel 1998, quando è stata stilata la lista dei "migliori 100 film USA di tutti i tempi" è entrato in classifica al 20° posto (però con l'aggiornamento del 2008 è sceso al 33°)!!
Non voglio soffermarmi troppo sulla trama perché penso sia nota e perché ci sono molti altri siti che la riassumono meglio di me. Sostanzialmente la vicenda ruota attorno ad un protagonista interpretato da Nicholson che viene ricoverato per un periodo limitato solo per essere vagliato e capire se la sua malattia mentale sia reale o solo simulata per evitare il carcere. Naturalmente non si tratta di una storia con un inizio e uno sviluppo ma vediamo la permanenza di quest'uomo e la sua "amicizia" con gli altri pazienti dell'ospedale. Vengono toccati diversi temi nel rapporto con le autorità della struttura (infermiere e infermieri, personale medico, psichiatra), le relazioni tra pazienti, le varie patologie di cui soffrono i personaggi, il suicidio, etc.
Il messaggio finale del film tuttavia, o almeno quello che ha colpito me maggiormente, è che alla fine chi può dire quale sia il confine tra "normale" e pazzo? E chi può in definitiva considerarsi normale? Alla fine chi ha subito le maggiori conseguenze forse era proprio la persona più normale fra tutte, ma anche qua, come può chiunque giudicare una persona? Naturalmente poi scaturiscono un sacco di tematiche che non hanno strettamente a che fare con il film in modo diretto come ad esempio l'eutanasia, la pena di morte, etc.
Viene spesso definito un film "da vedere almeno una volta nella vita" ma in questo caso è proprio vero, sia per la sua importanza che ha avuto nella storia del cinema, sia per i temi che tratta e poi perché è davvero un bel film, bravi attori, recitazione e dialoghi perfetti e sceneggiatura (non originale) impeccabile.
La storia della produzione di questo film è un po' travagliata, pensate che il primo ad acquistare i diritti del romanzo per il film è stato Kirk Douglas che voleva recitare in prima persona nel ruolo di protagonista (compie 100 anni fra 5 giorni, tra l'altro) ma siccome divenne troppo vecchio per poterlo fare, cedette i diritti al figlio Michael Douglas che fu d'accordo con lui. Si pensò per il ruolo principale a James Caan ma rifiutò, anche Marlon Brando e Gene Hackman erano possibili scelte ma alla fine il venne assegnato a Jack Nicholson che aveva la stessa età del protagonista del romanzo.
Anche il ruolo della co-protagonista femminile venne rifiutato da molte, alla fine venne assegnato in extremis a Louise Fletcher. Bene, perché entrambi hanno ricevuto l'Oscar per la parte!
Gli altri Oscar che ha vinto il film sono appunto di migliore regia per Forman, miglior Film e miglior sceneggiatura non originale. La colonna sonora molto bella composta da Jack Nitzsche entrò in nomination ma venne superata da quella de Lo Squalo (magari l'avrebbe vinto se non fossero entrambi i film stati fatti lo stesso anno!) Naturalmente abbiamo anche un sacco di altri premi vinti tra 1976 e 1977 come BAFTA, Golden Globes, e anche premi più specifici delle singole categorie.
Come dicevo sopra, questo film è entrato talmente nella cultura popolare e nell'immaginario comune che è stato citato in numerosi film, canzoni, video musicali e probabilmente anche opere letterarie. Anche per questo vi consiglio di vederlo (o di rivederlo se l'avete visto al tempo dell'uscita magari)!
Se volete sapere qualche interessante curiosità riguardo a questo film:
- L'ospedale psichiatrico dove il film è girato esiste davvero e l'interprete del dottore era un vero dottore che lavorava proprio in quell'ospedale
- L'autore del romanzo non volle mai vedere questo film
- L'adattamento teatrale (che io sono andata a vedere in versione italiana) risale al 1963 ed è opera di Dale Wassermann
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