Con questo nuovo libro di Paulo Coelho ho inaugurato il 2017 e il mese di gennaio per le letture, non appena era uscito nelle librerie a novembre l'ho subito desiderato leggere e infatti è stato proprio questo l'unico libro che ho ricevuto per Natale.
Ho approfittato per iniziare a leggerlo pochi giorni dopo Natale in modo da potervene parlare quando ancora non troppa gente l'aveva fatto (per una volta non arrivo in ritardo su qualcosa!) e l'ho finito durante la prima settimana di gennaio.
In realtà è molto più breve e veloce da leggere di quanto sembri dal numero di pagine perché la scrittura è molto grande e gli spazi sono tanti; a parte questo l'edizione è molto bella e la copertina è proprio ciò che mi ha attirato di più, perché presenta l'argomento fin da subito: Mata Hari.
Titolo: La Spia
Autore: Paulo Coelho
Pubblicazione: 2016
Genere: biografico, epistolare
Ambientazione: 1876-1917 (vita di Mata Hari)
Appena l'ho notato la prima volta nelle librerie ho subito pensato che sarebbe stato molto interessante leggerlo perché avrei preso due piccioni con una fava: avrei letto finalmente qualcosa di Coelho e avrei appreso qualcosa in più sulla biografia di Mata Hari, un personaggio storico che mi aveva sempre affascinato.
Il romanzo epistolare è diviso in più parti: una iniziale che parte dalle fine, ovvero dall'esecuzione della condanna a morte per spionaggio di Mata Hari; una centrale - maggior parte del romanzo - dove Margaretha Zelle racconta la sua vita dall'inizio alla fine sotto forma di lettera, che sarebbe dovuta servire a far conoscere alla unica figlia la verità su sua madre; infine un'ultima parte - anche questa sotto forma di lettera - scritta però dall'avvocato che ha fallito nella difesa della sua celebre cliente.
Coelho ha deciso di dedicare questa sua ultima opera al ritratto di una donna, senza dubbio la più desiderata della sua epoca, la più misteriosa, considerata pericolosa solo perché libera.
La maledizione di Mata Hari è stata quella di essere vissuta a cavallo tra 1800 e 1900 e di essersi comportata da donna libera, fuori dagli schemi dell'epoca proprio durante la Prima Guerra Mondiale.
I rapporti che aveva con gli uomini di potere e la sua facilità nel sedurli erano visti come un pericolo per le preziose informazioni riservate di guerra fra paesi rivali.
La vittima è stata questa donna ritenuta affascinante da tutti gli uomini della sua epoca, eppure dalle fotografie non sembra eccezionalmente bella. Che fossero proprio i suoi comportamenti a colpire la gente, non solo uomini ma anche donne?
Sicuramente Mata Hari è stata solo una delle tante vittime ingiuste della guerra ma viene ricordata piuttosto come simbolo, come mito.
Anni fa mi affascinava questa figura che era riuscita a eludere perfino la morte, questa giovane donna che senza compiere nessun atto effettivo di spionaggio viene ritenuta nella memoria comune come una delle maggiori spie, una delle più pericolose. Ciò che ho capito solo dopo è che quel "pericolosa" deriva più che altro dal suo essere donna, minaccia per l'uomo che ritrovandosi di fronte a lei non poteva resistere e le raccontava qualsiasi segreto di stato riservatissimo per la guerra in atto.
Probabilmente questa donna di nome Margaretha Zelle, vissuta fra 1876 e 1917, ha avuto la sfortuna di essere condannata a morte perché viveva in Europa durante la prima guerra mondiale ma tante altre donne possono dire lo stesso per il paese in cui vivono anche nel 2017. Ritenuta pericolosa per un "potere" che aveva sugli uomini che quando erano con lei si dimenticavano chi erano e che era in corso una guerra. Di chi era la colpa?
Con questa riflessione non voglio elogiare troppo Mata Hari perché non penso che possa essere definita esattamente una femminista e perché non penso sia in tutto e per tutto un modello da imitare ma mentirei se non ammettessi che mi ha sempre affascinata.
Tornando al romanzo in sé non posso dire che abbia colpito nel segno al 100% nel senso che mi aspettavo un maggiore impatto, avrei forse preferito meno invenzione e più realtà.
Lo consiglio perché comunque mi è piaciuto però tenete a mente che questa è la Mata Hari nella testa di Paulo Coelho, non la versione storica accurata.
Non che mi aspettassi di leggere una biografia perché sapevo che si trattava di un romanzo epistolare però se ci fosse stato più documentato e meno immaginato forse l'impatto sarebbe stato più grande, perché già stiamo parlando di qualcosa di poco ordinario e difficile da immaginare e forse ciò che non mi ha convinto è che così facendo, Coelho distanzia il lettore dalla protagonista invece che avvicinarlo.
Non so se mi sono spiegata, ma sostanzialmente quello che volevo far capire è che lo consiglio ma il lettore deve tener a mente queste cose, forse mi aspettavo qualcosa di diverso ma a lettura conclusa non posso ritenermi delusa, forse un po' spiazzata, ma non soddisfatta al 100%.