Autore: Leonardo Sciascia
Pubblicazione: 1961
Genere: romanzo poliziesco
Ambientazione: Sicilia, anni '60
Ho letto questo libro in soli 2 giorni e l'ho letto per l'Università (corso di Letteratura italiana contemporanea).
La storia narrata in questo breve romanzo non è reale ma è sicuramente ispirata a fatti realmente accaduti, anche se totalmente rielaborati.
Si parla dell'omicidio di Salvatore Colasberna, presidente di un'impresa edilizia in un paesino siciliano mentre prende il bus per Palermo. Quando i carabinieri giungono sul luogo del delitto, tutti i presenti se ne sono andati e l'autista del bus dice di non ricordarsi chi fossero i testimoni. Le indagini vengono dirette da un capitano dei carabinieri Bellodi, emiliano, che cataloga subito Colasberna come vittima della mafia. Il capitano interroga anche un certo Calogero Dibella, doppiogiochista e informatore dei carabinieri che gli dà un possibile nome, Rosario Pizzuco. Nel frattempo scompare l'unico testimone della sparatoria e quando interrogano sua moglie, lei dice che il marito le aveva fatto un nome, Diego Marchica, che però non corrisponde a quello detto dall'informatore. Calogero Dibella sa che la sua fine è vicina e quindi prima di morire lascia una lettera al capitano, scrivendo 3 nomi dei presunti colpevoli: oltre a Marchica e Pizzuco, anche don Mariano Arena. Dopo gli interrogatori si pensa di essere arrivati alla conclusione che si tratti di Marchica ma in realtà non si giungerà mai a una fine perché saranno trovati alibi o altre cause per gli omicidi in modo da scagionare tutti.
Da questo film è stato tratto anche un film omonimo nel 1968 con la regia di Damiano Damiani.
Non ho letto moltissimi libri che trattano di argomenti legati alla mafia, l'unico è Gomorra di Roberto Saviano che parla della camorra. Non ci sono tantissimi punti in comune in realtà fra i due libri ma l'enorme impatto che ho avuto da Gomorra non posso certo dire di averlo avuto anche da questo libro. In parte dipende dal fatto che non si tratta di fatti reali e che il protagonista non sia coinvolto ma forse non è nemmeno tanto questo perché se ci si pensa, sono comunque fatti accaduti, anche se le cose non sono andate esattamente così e i nomi sono stati cambiati. In parte dipende anche dallo stile, che in Saviano secondo me è molto più d'impatto e ovviamente anche i fatti presentati sono più shoccanti. In realtà devo dire che mi è piaciuto, che lo consiglio perché è ormai un classico importantissimo della letteratura italiana, oltre a essere il primo vero romanzo di mafia. Assolutamente da leggere!
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