sabato 26 novembre 2016

LIBRO: Piccole donne

Titolo: Piccole Donne
Titolo originale: Little Women
Autrice: Louisa May Alcott
Pubblicazione: 1868
Genere: romanzo ("dramma familiare")
Ambientazione: USA (New England), anni '60 dell'800


Ho riletto questo classico romanzo poche settimane fa dopo molti anni rispetto a quando l'avevo letto la prima volta. Sicuramente la prima volta l'avevo letto alle elementari e forse riletto anche una volta alle medie. Mi era venuta voglia di rileggerlo perché ripensandoci ricordavo molto bene ciò che succedeva nel secondo libro "Piccole donne crescono" ma non in questo qui (che tra l'altro è l'unico del quale possiedo una copia a casa).

Louisa May Alcott pubblica infatti l'opera in due libri distinti, uno uscito nel 1868 e uno nel 1869, negli Stati Uniti con il titolo di "Little Women or Meg, Jo, Beth and Amy". Dal 1880 fino ai giorni nostri invece negli USA i due volumi sono stati riuniti in uno solo.
Dal 1908 il romanzo si diffonde anche in Europa ma si preferisce pubblicarlo in due volumi separati chiamati "Piccole donne" e "Piccole donne crescono" e così viene fatto non solo in Italia ma nella maggior parte dei paesi europei.

Sono sicura che la maggior parte di voi avrà letto questi romanzi alle elementari, specialmente se siete ragazze. Tutte le generazioni di bambine l'hanno letto durante la loro infanzia e spesso viene fatto leggere proprio nelle scuole. So che alcune persone che non l'avevano mai letto, l'hanno recuperato da adulte (o comunque da grandi) e non l'hanno apprezzato tanto quanto tutti quelli (o quasi tutti ;)) che lo considerano una parte della loro infanzia.

La storia è definita proprio dall'autrice un "dramma familiare" e racconta la storia delle quattro sorelle March che vivono insieme alla madre e alla domestica Hannah negli Stati Uniti all'epoca della Guerra di Secessione americana, dove il padre sta combattendo. La famiglia March è benestante, o meglio lo era, infatti vivono in una bella casa e hanno la domestica però faticano ad avere cibo e vestiti proprio perché il padre non guadagna più essendo in guerra.
Le quattro sorelle March sono le protagoniste della storia e sono molto ben caratterizzate, ognuna ha la sua personalità, le sue abitudini, le sue passioni. Margaret detta Meg è la maggiore e quindi si sente in dovere di fare da mamma alle altre, generalmente è la più responsabile però ha anche un lato frivolo infatti tra le sorelle è quella più vanitosa perché ama l'eleganza ed essendo la più grande è anche l'unica ad essere stata abituata ad una certa vita che poi con la guerra è drasticamente cambiata, vorrebbe saper mantenere la casa e cucinare per gli altri ma non è il suo forte. Josephine detta Jo è la secondogenita, maschiato di famiglia, avventurosa, caotica ma soprattutto sognatrice infatti la sua passione è scrivere racconti e romanzi. Nonostante sia avventata e impulsiva riesce sempre a farsi perdonare perché in fondo è una buona persona. Elizabeth detta Beth è la più timida delle sorelle. Estremamente introversa ha dovuto addirittura lasciare scuola da quanto le causava disagio, parla raramente ma quando lo fa risulta sempre essere la più buona e saggia della famiglia. Si occupa prevalentemente della casa, ama giocare con le bambole e la sua passione sono il canto e il pianoforte. Amanda detta Amy è la più piccola e va ancora a scuola. Abbastanza vanitosa, infatti va d'accordo soprattutto con Meg, vorrebbe imitare la sorella maggiore e le piacerebbe essere già una donna adulta. La sua passione e talento più grande è la pittura. A volte risente troppo del suo essere "la bambina di famiglia" e fa di tutto per imitare le altre, anche con risultati negativi.
Gli altri personaggi importanti nella storia sono i due vicini di casa ovvero Theodore detto Laurie, ragazzo dell'età pressappoco delle sorelle March e loro migliore amico (specialmente di Jo) e suo nonno Laurence. Anche i Laurence sono piuttosto benestanti e aiutano infatti in più occasioni la famiglia March.
Meg è l'unica delle sorelle che lavora e che verso la fine del romanzo si fidanza.

Nella seconda parte della storia (che ora non ricordo benissimo ma che devo assolutamente rileggere) ci sono degli sviluppi piuttosto importanti, infatti ricordo meglio Piccole donne crescono non solo perché l'ho letto dopo ma anche perché effettivamente "succedono" più cose.
Poi c'è anche da dire che i film solitamente riassumono insieme gli eventi sia del primo che del secondo libro quindi consiglio a tutti di leggere sempre entrambi perché fermarsi al primo mi rendo conto che sarebbe incompleto. La storia diventa completa e acquista senso solo se letta tutta.

Fin dai primi anni del cinema muto questa storia è stata al centro di varie trasposizioni filmiche (particolarmente importante è la versione del 1918 diretta da Harley Knowles).
Altre due versioni famose sono quella del 1933 con Katharine Hepburn e quella del 1949 con Elizabeth Taylor. Naturalmente ogni versione apporta delle modifiche rispetto al romanzo.
Da ricordare sicuramente c'è anche la versione del 1955 che è uno sceneggiato per la televisione, trasmesso in 4 puntate, che è stato il secondo sceneggiato televisivo in assoluto della RAI quindi è anche rilevante dal punto di vista della storia della televisione italiana.
Sicuramente però quella che tutti noi abbiamo visto più spesso è la più recente versione del 1994 diretta da Gillian Armstrong con Winona Ryder e Kristen Dunst.
Negli anni '80 inoltre sono anche state tratte due diverse versioni di anime giapponesi.

Altri romanzi che sono seguiti di questi due primi romanzi sono anche "Piccoli uomini" e "I ragazzi di Jo". Non ho mai letto questi altri libri ma come dicevo prima ora vorrei recuperare Piccole donne crescono e poi anche rivedere diverse versioni dei film.

venerdì 25 novembre 2016

FILM: Hallelujah

Titolo: Alleluja!
Titolo originale: Hallelujah!
Regia: King Vidor
Produzione: USA, 1929
Genere: drammatico, musicale
Attori: Daniel Haynes, Nina McKinney, William Fountaine, Harry Gray


Il soggetto e la regia sono di King Vidor, le musiche del celebre Irving Berlin.
Bianco e Nero, 109 minuti, sonoro e musicale.

Questo film è fondamentale per la storia del cinema in quanto è il primo lungometraggio in assoluto con un cast di attori interamente di colore, con tematiche e ambientazione tratte proprio da scene di vita quotidiana "realistica".

Il regista King Vidor era candidato agli Oscar per questo film e anche se non l'ha vinto sicuramente era uno dei film principali dell'anno; ancora oggi infatti resta fondamentale per la storia del cinema. L'ho visto nella versione recentemente restaurata grazie al mio professore dell'università di un corso riguardo alla musica cinematografica. Sono sicura che se studiate o vi interessate di cinema anche voi ne avrete probabilmente sentito parlare e se non l'avete visto ve lo consiglio assolutamente, anche se è difficile da trovare, soprattutto in una versione restaurata.

Dal 2008 fa parte dei film conservati dal National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli USA.

King Vidor (1894-1982) è uno dei registi/attori più importanti del cinema hollywoodiano (attivo dagli anni '10 fino agli anni '50). Lavorò dal 1925 per la MGM, con la quale realizzò anche questo film. Gli anni '20 e '30 sono stati particolarmente prolifici per Vidor e i film realizzati in questo periodo sono anche considerati i suoi maggiori capolavori.
Primo presidente dello Screen Directors Guild dal 1936 al 1938. Durante la sua lunga carriera venne nominato ben cinque volte all'Oscar ma lo vinse poi nel 1979, un premio alla carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=2WQUTNBa8_Q
Questo è il link a un video degli Oscar del 1979: presentati da Johnny Carson; Audrey Hepburn consegna il premio alla carriera a King Vidor. Qui "Hallelujah" viene definito un "grande musical".
Il suo discorso di ringraziamento si concentra sul fatto che la sua prima nomination è stata proprio per la prima edizione degli Academy Award nel 1928 e quindi "se uno non ci riesce nei primi 25 anni, deve continuare a tentare nei prossimi 25 anni".

lunedì 21 novembre 2016

FILM: Now you see me 2

Titolo (originale): Now you see me 2
Regia: Jon M. Chu
Produzione: USA, 2016
Genere: azione, thriller
Ambientazione: USA, Cina (Macao)
Attori: Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Dave Franco, Lizzy Caplan, Morgan Freeman, Michael Caine, Daniel Radcliffe


Volevo andarlo a vedere al cinema a luglio, quando era uscito nelle sale, ma purtroppo non ce l'ho fatta perché dovevo prima recuperare il primo. Ho visto il primo film a luglio e mi era piaciuto, sicuramente non è il mio solito genere e non è nemmeno un film che rivedrei. Nonostante questo l'avevo comunque consigliato come un thriller d'azione originale e interessante, dedicato al mondo della magia e dei prestigiatori.

Prima di passare alla trama che sarà piena di spoiler (e quindi vi sconsiglio di leggere) dovete beccarvi un mio momento di sclero per i personaggi/attori, mi dispiace.
Alcuni rimangono uguali al film precedente, o così si fa per dire, quindi Mark Ruffalo, Morgan Freeman, Michael Caine (anche se situazioni scioccanti arrivano per tutti loro) e anche per due dei nostri cavalieri: Dave Franco e Jesse Eisenberg (molto meglio pelato che con i capelli che aveva nel film precedente!) ma sapete che il mio amore per lui non si estende ai film di questa serie purtroppo.
Per quanto riguarda invece Woody Harrelson posso solo dire WTF e se avete visto il film capirete perché... non sto parlando del personaggio naturalmente ma del suo ruolo/i di attore nel film :O
Il ruolo femminile nei cavalieri purtroppo non resta nelle mani di Isla Fisher (che al tempo delle riprese era incinta) ma passa a Lizzy Caplan; se volete un'onesta opinione preferivo Isla.
Altro momento WTF è stato quando Harry Potter diventa figlio di Michael Caine ma lasciamo stare.

Lasciando stare queste mie disquisizioni inutili passiamo ad un commento del film in sé. Se siete fan del primo film sicuramente vi piacerà anche questo perché non penso sia uno di quei sequel che ricalcano pigramente il loro predecessore, qui la storia viene effettivamente portata avanti (anche se con qualche momento WTF) ma nel complesso oltre ad andare avanti, alla fine arriva ad una sorta di conclusione - quindi non so cosa succederà perché ho sentito dire che ne verrà fatto un terzo, per favore non fatelo.

Ci sono stati elementi in entrambi i film che mi sono piaciuti più o meno in uno o nell'altro, quindi si bilanciano abbastanza. Si vede che questo è un sequel e in quanto tale non raggiunge il livello del primo però almeno non ci sono tutte quelle scene di inseguimenti in macchina (anche se la sequenza del passaggio della carta da gioco mi stava iniziando a far venire l'esaurimento nervoso) ma soprattutto: non c'è la francese dell'Interpol!! E solo per questo lo eleggo a mio preferito, ahah.

*SPOILER*
Passato un anno dalla fine del film precedente, i 4 cavalieri si ricompongono e gli viene assegnata una nuova missione in stile Robin Hood dal loro superiore Rhodes. Durante lo spettacolo che dovrebbe smascherare il truffatore, un misterioso individuo irrompe sulla scena e rivela al pubblico che Wilder è vivo e che Rhodes è il quinto cavaliere e questo lo smaschera coi suoi colleghi dell'FBI.
Mentre scappano vengono catturati dal fratello gemello di McKinney, che li porta a Macao in Cina.
Qui li accoglie un tale Mabry (D. Radcliffe) che sostiene di essere il partner di questo truffatore sconosciuto e incarica i cavalieri di impossessarsi di un chip e di consegnarglielo, in cambio della libertà. Nel frattempo Rhodes libera Bradley (che aveva fatto lui stesso finire in prigione) perché lo aiuti a trovare e salvare i cavalieri. Quest'ultimo però sfugge alla sua "custodia" perché dice di aver già previsto la sua liberazione per poterlo aiutare. Quando Atlas ottiene finalmente il chip lo vuole dare all'Occhio e quindi Mabry lo minaccia dicendogli che l'ha manipolato fin dall'inizio.
Rhodes viene fatto prigioniero da Mabry che gli svela di essere il figlio di Arthur Thressler e di agire per suo conto, per vendetta di ciò che era successo nel film precedente.
Padre e figlio sono convinti di essere riusciti a incastrarlo e quindi di aver compiuto la vendetta ma così non è, infatti Rhodes viene liberato dai cavalieri.
Dopodiché avviene un mega colpo di scena che nemmeno qui voglio rivelare, anche se vi ho avvisato, perché altrimenti non guardate il film se per sbaglio leggete questa parte.

Se anche voi avete visto questo secondo film fatemelo sapere e ditemi per favore le vostre impressioni perché come avete potuto leggere ci sono stati diversi punti critici, sono molto curiosa!

domenica 20 novembre 2016

LIBRO: Guida galattica per gli autostoppisti (#1)

Titolo: Guida galattica per gli autostoppisti
Titolo originale: The Hitchhiker's Guide to the Galaxy
Autore: Douglas Adams
Pubblicazione: 1979 (Italia 1980)
Genere: fantascienza, umoristico


Primo capitolo della cosiddetta "trilogia in cinque parti" ideata e scritta da Douglas Adams e pubblicata alla fine degli anni '70. Chiaramente fantascientifica, la serie viene inquadrata nel sottogenere "fantascienza umoristica".
La serie intera è ispirata alla serie radiofonica ideata da Adams stesso per la BBC e questo primo romanzo riassume le prime quattro puntate.

I protagonisti di questa storia sono Arthur Dent (terrestre) e Ford Prefect (alieno di Betelgeuse). I due erano conoscenti prima che Arthur scoprisse la vera identità/provenienza di Ford, pensava infatti che fosse un normale terrestre come lui.
Un giorno Arthur scopre che fuori di casa sua ci sono delle ruspe con degli uomini incaricati a demolirgli l'abitazione, chiede aiuto all'amico Ford perché la sua casa sembra essere più importante dell'autostrada che verrà costruita. Ford è però estremamente calmo perché sa che fra poco tutto ciò non avrà più importanza visto che anche la Terra intera dovrà subire lo stesso destino. Questo accade, infatti la Terra viene spazzata via da astronavi demolitrici (che daranno però un passaggio a Ford e Arthur, salvandoli) per la costruzione di un'autostrada spaziale.
Ford gli rivela la sua identità e dona ad Arthur la "guida galattica per gli autostoppisti" che gli servirà da enciclopedia per orientarsi in questo universo sconosciuto (letteralmente!) che ha appena scoperto. Siccome ben presto l'astronave rigetterà i due intrusi, per una minima probabilità i due vengono presi a bordo di una seconda astronave, chiamata "Cuore d'oro" comandata, per pura coincidenza da Zaphod Beeblebrox, amico d'infanzia di Ford e attuale Presidente della Galassia. Sull'astronave viaggiano anche Trillian (la ragazza di Zaphod, che proviene dalla Terra come Arthur) e un robot depresso di nome Marvin.
I 5 compagni di viaggio arrivano sul pianeta Magrathea, fino ad ora ritenuto pura leggenda, scendono in esplorazione perché la leggenda racconta che questa sia la fabbrica che genera tutti i pianeti dell'Universo. Ben presto scoprono che non si tratta affatto di leggenda e conoscono perfino colui che aveva progettato e costruito la Terra. I padroni di questo mondo incredibile sembrano essere i due topi "addomesticati" che Trillian aveva portato dalla Terra, rivelatisi loro i veri padroni di Trillian e non viceversa. Essi spiegano anche di come i topi abbiano intenzionalmente agito per condizionare gli esperimenti per i quali gli umani li usavano come cavie.
Lo scopo degli abitanti di Magrathea era quello di trovare la risposta alla domanda primaria, e ci erano riusciti molti anni prima grazie al migliore dei computer che l'aveva appunto fornita: "42". Nessuno però capì il significato di quella risposta, allora il computer fece notare che forse ora avrebbero dovuto trovare "la domanda fondamentale sulla vita, l'Universo e tutto quanto".

Tutta questa incredibile e fantascientifica storia è pervasa da humor inglese davvero geniale, per quanto mi riguarda. Della serie che mentre ero in treno a leggerlo mi mettevo a ridere da sola.
Consiglio a tutti di leggerlo non solo perché è considerato fondante per il suo genere ma anche perché non è per nulla impegnativo: breve e divertente ma davvero ben scritto.
Io sapevo già che mi sarebbe piaciuto (perché non resisto alla fantascienza anni '70-'80) e così ho già comprato anche gli altri quattro libri della serie sperando di leggerli al più presto, prima di dimenticare la storia.

Nel 2005 è anche uscito un film omonimo tratto dal libro, diretto da Garth Jennings. Non l'ho ancora mai visto anche se penso che prima o poi lo farò.
Devo dire però che mentre leggevo non me lo immaginavo tanto come film ma piuttosto come una sorta di animazione stile "Nightmare before Christmas" ma con questo non intendo che lo vedrei bene diretto da Tim Burton, assolutamente no. Solo che mi immaginavo Zaphod come il sindaco della città di Halloween, quindi se vedessi il film contaminerei la mia immaginazione perché mi influenzerebbe troppo ;)

E voi, come ve li eravate immaginati?

giovedì 17 novembre 2016

FILM: Genius

Titolo (originale): Genius
Regia: Michael Grandage
Produzione: USA e UK, 2016
Genere: biografico, drammatico
Ambientazione: New York, anni '20
Attori: Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney


Primo film diretto da Michael Grandage dopo la sua lunga carriera come regista teatrale.

Questo film racconta la storia di due uomini: lo scrittore Thomas Wolfe e il suo editore Max Perkins (editore anche di autori del calibro di Hemingway e Scott Fitzgerald). Egli non è semplicemente l'editore più importante della New York anni '20 ma è anche colui che ha il merito di aver scoperto autori fondanti per la letteratura.

Vedendo il trailer poteva sembrare un racconto biografico di Perkins oppure di Wolfe ma non è nulla di tutto questo. Quel che sta al centro di questa storia è il rapporto unico che si crea tra questo editore e i suoi scrittori (molto diverso da scrittore a scrittore) con un focus su Wolfe, soprattutto viene mostrato l'evolversi nel tempo di questa relazione.

Consiglio di vederlo sicuramente a chi interessano i tempi trattati, magari se avete già letto i romanzi degli autori presenti o se vi interessate di dinamiche editoriali e cose del genere.
Nel complesso è un bel film, a me è piaciuto e anche alle altre 3 persone che sono venute con me al cinema a vederlo... giusto per darvi un'idea.
Nonostante questo non penso che lo rivedrei ed è tranquillamente visibile anche in DVD, non per forza al cinema, se capite cosa intendo. Bello e ben fatto ma nulla di sconvolgente, ecco.

Per quanto riguarda gli attori devo dire che è stata la scena di Colin Firth del trailer che mi ha invogliato ad andare a vederlo, perché è raro vederlo furioso nei suoi film. Colin Firth è un attore molto bravo a mio parere anche perché col tempo si è creato un po' un "personaggio", devo dire che questa volta se ci fosse stato un altro ad interpretare Perkins non sarebbe successo nulla. Forse ci sarebbero anche attori più adatti di lui per quel ruolo. Per quanto riguarda invece il personaggio di Wolfe penso che Jude Law sia ben adatto al ruolo di egocentrico e presunto artista, anche perché l'antipatia che il personaggio dovrebbe suscitare, secondo me, è suscitata anche dall'attore normalmente. Perdonatemi se amate Jude Law ma questa è la sensazione che mi suscita, se non altro almeno è adatto al ruolo! Se invece volete vedere il film solo per Nicole Kidman potete anche non farlo perché non ha un ruolo primario e il suo personaggio non è stato molto sviluppato, quello che urta lo spettatore forse è la mancanza di un approfondimento sui personaggi della moglie di Perkins e dell'amante di Wolfe... soprattutto quando ci vengono comunque presentate abbastanza bene come introduzione. Oltre al rapporto tra le donne e i loro uomini poteva magari anche essere "messo in scena" un rapporto fra le due donne proprio.

Lasciando da parte le mie disquisizioni su attori e personaggi, in definitiva lo descriverei come un film interessante (potenzialmente molto di più di quello che è stato) ma nulla di sensazionale. Da guardare per conto proprio a casa magari, quindi non imperdibile al cinema. Ad esempio io sono andata a vederlo il secondo mercoledì del mese al cinema, quando costava solo 2 euro :)

sabato 12 novembre 2016

LIBRO: L'albero delle bugie

Titolo: L'albero delle bugie
Titolo originale: The Lie Tree
Autrice: Frances Hardinge
Pubblicazione: 2016
Genere: romanzo, Young Adult
Ambientazione: Inghilterra vittoriana


Alla fine del mese di settembre la simpaticissima Giorgia del canale YT "Jo Reads" ha inaugurato un gruppo di lettura, di cui io sono subito entrata a far parte. Il mese di ottobre sarebbe stato il primo nel quale si sceglieva il libro del mese ma per motivi di spareggio ne sono stati selezionati due... quello che ho letto io è stato questo romanzo YA perché mi incuriosiva parecchio dalla trama e l'ho scaricato in digitale sul mio PC.

Dalla copertina originale in inglese sembrava anche piuttosto "creepy" e quindi adatto per il mese di Halloween ma alla fine non si è rivelato essere molto spaventoso, anche se mescola un fattore drammatico ad un fattore fantastico o fantascientifico (se si può considerare in questo modo).

Faith, la protagonista, è un'adolescente che vive in una rispettabile famiglia dell'Inghilterra vittoriana. Tutto cambia quando, a causa di uno scandalo che ha toccato specialmente suo padre, ma di riflesso anche l'intera famiglia, sono costretti a trasferirsi a Vane, isoletta sperduta dove sono in corso degli scavi archeologici ai quali il padre, il reverendo Sunderly, è piuttosto interessato.
Il reverendo è un importante paleontologo e tutta la sua fama e rispettabilità cade completamente con questo scandalo. Questo ha anche ripercussioni dirette su Faith, che idolatrava il padre non solo come suo punto di riferimento ma anche perché diventare scienziata è la sua aspirazione, senza contare il fatto che ha sempre dovuto nascondere la sua intelligenza e conoscenza scientifica a tutti meno che al padre, perché nella sua società le donne che si interessavano di argomenti simili non erano ben viste.
Oltre a Faith e al reverendo, la famiglia Sunderly è composta anche dalla madre Myrtle (che viene sempre chiamata per nome, e mai "mamma" o "madre"), apparentemente vanitosa e superficiale, e il fratellino minore Howard, che vede nella sorella un punto di riferimento.

In qualsiasi riassunto della trama, anche sul retro del libro, troverete scritto che "dopo la morte del padre la vita di Faith cambia" e quindi se ve lo dicessi non sembrerebbe uno spoiler; ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che la morte del padre non avviene affatto all'inizio del libro ma circa verso metà! Questo è stato uno dei fattori che hanno peggiorato la mia esperienza di lettura di questo libro. L'altra è stata proprio il fatto di averlo scaricato sul mio PC (naturalmente colpa mia) ma non avevo mai provato prima quindi ho voluto fare un esperimento. Bene, l'esperimento non è riuscito perché la lettura è stata piuttosto discontinua e, contando anche le numerose difficoltà dei nomi e dei personaggi, ho fatto molta confusione e avevo difficoltà a seguire le azioni delle varie persone e la trama.

Come è stato fatto notare anche da Giorgia la scrittrice forse ha cercato di ricreare lo stile di un romanzo scritto nel periodo dell'ambientazione, tanti personaggi, informazioni dettagliate e tecniche inserite (secondo me un po' a caso) sulla fotografia del periodo, sui fossili, etc. Forse era effettivamente questa la sua intenzione ma non credo ci sia riuscita.

Devo ammettere che le premesse lo rendevano potenzialmente molto interessante ma alla fine si è rivelato piuttosto deludente. Non ha una fine, o meglio ce l'ha ma non può essere considerata soddisfacente! Ci sono personaggi che spariscono nel nulla e non vengono più nominati da un certo punto in poi... assolutamente inutile! Poi ci sono personaggi ed episodi interi che potevano benissimo essere tagliati, l'ho trovato troppo lungo e prolisso, non mi ha colpito molto.

In parte forse per la condizione in cui l'ho letto, in parte per lo spoiler della morte del padre, in parte per la scrittura poco accurata (o meglio, paradossalmente troppo dettagliata da risultare fuori luogo), ma infine forse solo perché non amo questo genere misto fra fantasy-YA-"storico"(con molte virgolette)-romanzo misterioso; sempre che si possa considerare un genere perché l'impressione che ho avuto è che l'autrice ha buttato dentro un po' troppe cose, senza sviluppare bene una di queste, e ripeto che è un peccato perché le premesse erano interessanti.

Le tematiche potevano sembrare davvero interessanti se sviluppate in un altro modo, ma forse c'era un problema di "genere" tra me e questo libro, non saprei però se è solo questo. Fatemi sapere cosa ne avete pensato, specialmente se siete magari un po' più esperti su questo genere e se solitamente amate opere di questo tipo perché so che ha vinto anche dei premi quindi magari è un'autrice nota per il genere Young Adult.

Ora non vedo l'ora di leggere il libro del GDL scelto per il mese di novembre: "Una stanza piena di gente" di Keyes, non vedo l'ora che mi arrivi perché l'ho già ordinato :)

venerdì 11 novembre 2016

FILM: Il lupo della steppa

Titolo: Il lupo della steppa
Titolo originale: Steppenwolf
Regia: Fred Haines
Produzione: Svizzera, 1974
Genere: drammatico
Attori: Max von Sydow, Dominique Sanda, Pierre Clementi, Carla Romanelli





Basato sul romanzo omonimo di Hermann Hesse del 1927, letto da me il mese scorso, siccome vi ho già spiegato nel post dedicato di come quel libro abbia avuto un impatto notevole su di me ho deciso ora di vedere anche il film e devo dire che mi è piaciuto anche se l'ho trovato piuttosto particolare e diverso da qualsiasi cosa che avessi mai visto.

Questo adattamento cinematografico è l'unico che sia mai stato tratto dal romanzo di Hesse ed è peraltro piuttosto sconosciuto in quanto non ebbe molto successo ai tempi dell'uscita negli anni '70 e non ne ebbe nemmeno negli anni '80 con la riedizione italiana.

Ho trovato particolarmente adatto ai fini della storia che questo film sia stato realizzato proprio negli anni '70 perché secondo me fa parte di quel gusto che c'era negli anni Settanta verso ciò che proveniva dagli anni '20 e dall'età del jazz. La storia di Harry Haller infatti si svolge dopo la prima guerra mondiale in un mondo di divertimenti, della "Golden Age" e l'ambientazione è grosso modo mantenuta anche se, come osserviamo dal suo ritorno in voga negli anni '70, come ogni moda è destinata prima o poi a tornare.
Harry Haller è l'alter ego di Hesse nel romanzo e Max von Sydow gli dà quel perfetto tono da intellettuale profondamente scosso da sé stesso, lacerato dalle sue due parti: l'uomo e il lupo. Il suo incontro con Erminia e le sue esperienze psichedeliche (estremamente anni '70 nel film) lo faranno rendere conto di come la sua anima non sia solo divisa in due ma frammentata in molte più parti. Non dimentichiamo che Erminia lo salva dal commettere suicidio il giorno del suo 50esimo compleanno.

Le mie parti preferite sono state: la resa del libretto/manoscritto "Il lupo della steppa"; la resa del sogno di Harry nel quale vede Goethe prendere vita e dargli lezioni di vita mondana; la danza di Harry con Maria, prima della notte passata assieme, quando mimano le loro azioni come in un balletto; la musica e il montaggio che partono ad un certo punto del Teatro Magico.

Le opinioni condivise in giro per il web sono state piuttosto positive nonostante pensassi che in molti l'avrebbero odiato, come di solito sento che c'è un certo amore-odio per Hesse e che risulta indigesto a molti. Forse è anche perché il film, non essendo molto conosciuto, viene visto solo da quello che il romanzo l'hanno già letto e quindi presumibilmente a quelli a cui è piaciuto.
Così è stato almeno per me ma in generale vedo che viene ampiamente consigliato a tutti i lettori entusiasti di Hesse.

In poche parole per riassumere la mia reazione a questo film: inizialmente non gli avrei dato due lire perché altrimenti non mi spiegavo come potesse essere così sconosciuto! Fin da quando l'ho iniziato però devo dire che sono rimasta totalmente ipnotizzata perché è davvero stupendo, una vera rivelazione! Pensate poi che l'ho dovuto vedere in tedesco perché era l'unica lingua disponibile e questo, contro ogni aspettativa, non mi ha creato nessun problema.

Sono molto contenta di averlo visto e scoperto perché ora posso anche consigliarlo ad altre persone, anche se - come per il libro - verso ciò che è sconosciuto e a cui ci si sente affezionati, si fa fatica a condividerlo con gli altri, egoisticamente ma è proprio quello che mi è successo con questo film e ancora prima col libro da cui prende ispirazione!

3 FILM: Serie Robert Langdon | Dan Brown

Ciò che mi ha spinto a vedere questa trilogia di film è l'uscita dell'ultimo al cinema, infatti nonostante siano davvero molto famosi da parecchi anni io non li avevo mai visti. Oltre a ciò non avevo nemmeno mai letto i libri quindi non sapevo proprio di cosa si trattasse! A ottobre ho quindi recuperato i primi due film e visto il terzo al cinema :) ora mi restano "solo" i libri.

FILM #1

Titolo: Il codice da Vinci
Titolo originale: The Da Vinci Code
Regia: Ron Howard
Produzione: USA, 2006
Genere: thriller
Ambientazione: Parigi e Londra, contemporanea
Tratto da: romanzo omonimo di Dan Brown (2003)
Attori: Tom Hanks, Audrey Tatou, Ian McKellen, Paul Bettany, Alfred Molina


Dopo l'anteprima al Festival di Cannes del 2006 è uscito lo stesso anno in contemporanea nelle sale di tutto il mondo. Ricordo l'enorme successo che ebbe 10 anni fa e anche il grande fenomeno dei libri che diventarono in breve best-seller; mio papà li leggeva quando ero ancora bambina.

Robert Langdon è un professore di simbologia (uno dei massimi esperti mondiali) dell'Università di Harvard che viene ingaggiato per un caso piuttosto inquietante: il curatore del Louvre viene ucciso nel museo di notte da un membro dell'Opus Dei. Il professore si trova a Parigi per presentare il suo ultimo libro e viene chiamato sul luogo del delitto dal Capitano Fache che gli chiede il significato dei simboli che Jacques Sauniére aveva disegnato col suo sangue prima di morire.
Silas, il membro dell'Opus Dei, complice del vescovo Arringarosa, uccide così tutti i protettori della "chiave di volta" per cercare di capire dove questa si trovi; seguendo le loro confessioni però capisce di essere stato ingannato e si autoflagella per espiare le sue colpe.
Sul luogo del delitto al Louvre sopraggiunge anche Sophie Neveu, crittologa della polizia francese che con uno scaltro espediente comunica a Langdon che è proprio lui il principale indiziato e in questo modo lo salva, facendogli togliere il GPS che gli avevano messo e permettendogli di scappare. Lei fa tutto questo perché Sauniére era suo nonno ed è convinta che le serva l'aiuto di Langdon per capire a fondo tutto ciò che il nonno le voleva lasciar detto. La serie di indizi è piuttosto complicata ma segue una linea di fondo, collegata alle opere di Da Vinci presenti al Louvre.
Si scopre che il curatore faceva parte del Priorato di Sion (società segreta dell'Ordine dei Templari), organizzazione che doveva proteggere il Sacro Graal.
Nel corso delle indagini trovano un criptex, ovvero un congegno che contiene un papiro con informazioni importanti ma che verrà autodistrutto se aperto nel modo sbagliato. Siccome Sophie e Robert vengono anche traditi e imbrogliati nel corso del film, decidono di chiedere aiuto ad un amico fidato del professore: Leigh Teabing, esperto del Graal. La sua teoria è che il Santo Graal non sia un calice ma sia proprio Maria Maddalena, la moglie di Cristo che era incinta al momento della crocifissione. Naturalmente questo cambierebbe la concezione della religione di duemila anni ma proprio questo era il compito dei Templari. All'improvviso Silas irrompe per prendere il criptex ma Leigh, Langdon, Sophie e il prigioniero Silas scappano con il jet di Leigh verso Londra.
Le cose si capovolgono presto: il cameriere di Leigh era d'accordo con Silas e lo libera, rapiscono Leigh. Silas però nella confusione generale, essendo tornato all'Opus Dei, uccide per sbaglio il vescovo Arringarrosa e per il dolore di questo sbaglio si uccide. Il vescovo, solo ferito, viene arrestato. Alla fine il vero "Maestro" dell'Opus Dei si rivela essere proprio Teabing.
Quando finalmente trovano il vero luogo di sepoltura di Maria Maddalena grazie al criptex e dopo essere sfuggiti a Teabing, Sophie scopre che Sauniére non era suo nonno e che lei è la diretta discendente di Maria Maddalena. Trova ad attenderla un gruppo di persone dell'Ordine che la proteggeranno.
Langdon torna a Parigi e scopre che il luogo di sepoltura di Maria Maddalena non si trova in Scozia come pensava, ma è propio sotto la piramide del Louvre.

Colonna sonora di Hans Zimmer, nulla da dire nel senso che è un capolavoro come sempre con lui.

Lodato dal pubblico è stato però giudicato controverso. Specialmente la Chiesa si è schierata contro questo film e l'immagine che ne si dà della Chiesa soprattutto Cattolica.
Per qualche ragione Ron Howard era anche stato nominato ai Razzie Awards come peggior regista nel 2006!

FILM #2

Titolo: Angeli e demoni
Titolo originale: Angels & Demons
Regia: Ron Howard
Produzione: USA, 2009
Genere: thriller
Ambientazione: Italia, soprattutto Roma
Tratto da: romanzo omonimo di Dan Brown (2000)
Attori: Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer, Stellan Skarsgard, Pierfrancesco Favino


Seguito del Codice da Vinci, in realtà il romanzo scritto da Dan Brown relativo a questo film è uscito prima rispetto al Codice.
A pelle posso dirvi che mi è piaciuto forse più del primo perché ci si sofferma di più sui personaggi (il camerlengo e il capo delle guardie svizzere) ma dall'altro lato è un susseguirsi di inseguimenti e indizi trovati nelle varie chiese che a tratti assume un po' il senso di una lista. Oltre a questo però l'ho trovato allo stesso livello degli altri perché ognuno ha i suoi punti deboli e punti di forza, ma si livellano l'uno con l'altro.

Questa volta è il Vaticano che cerca Robert Langdon, stimato professore di simbologia, per decifrare e cercare di fermare le minacce della setta degli Illuminati. Quest'incombenza arriva proprio nel momento delicato di sede vacante, durante le riunioni del conclave per l'elezione del nuovo papa. I 4 cardinali "preferiti" per l'elezione sono stati rapiti (il tedesco Ebner, lo spagnolo Guidera, il francese Lamasse, l'italiano Baggia) e in un video il rapitore minaccia di ucciderli uno ad uno allo scoccare di ogni ora a partire dalle 20.00 di quello stesso giorno, fino alla Mezzanotte, ora in cui distruggerà San Pietro e l'intera Città del Vaticano.
Con l'aiuto della scienziata Vittoria Vetra (del CERN di Ginevra che aveva scoperto la "particella di Dio"), il capo delle guardie svizzere Richter e il comandante della Gendarmeria Vaticana, Langdon dovrà seguire una serie di indizi che hanno a che fare con la mentalità del XVI secolo e con i 4 elementi (Terra, Fuoco, Acqua e Aria) a cui ogni uccisione di un cardinale sarà associata.
Langdon inoltre scopre che i luoghi dove avverranno le uccisioni saranno contrassegnati dalla presenza di una statua del Bernini, a suo tempo membro degli Illuminati. Langdon ci mette troppo a capire la dinamica degli indizi perché quando arriva a scoprire il primo luogo, sono ormai passate le 20 e quindi insieme ai suoi aiutanti trovano il corpo della prima vittima, il cardinale Ebner, nella terra, primo elemento fra i quattro. Nonostante gli indizi portano Langdon ad andare avanti nella sua indagine, non arriva in tempo nemmeno per la seconda uccisione: questa volta tocca a Lamasse e l'elemento è l'aria. Il terzo luogo designato all'uccisione di un preferito è più insidioso dei precedenti, molte guardie che accompagnavano Langdon vengono uccise dal killer, che scappa anche questa volta ma non prima di aver ucciso anche il terzo cardinale, Guidera,  che muore bruciato col fuoco.
Dopo varie peripezie nelle quali Langdon rimane intrappolato nelle biblioteche degli archivi Vaticani e altre sventure spiacevoli; il professore arriva alla fontana dove il quarto e ultimo cardinale è stato legato al fondo con dei pesi, per fortuna questa volta riesce a salvarlo anche se con molte difficoltà.
Gli indizi porterebbero a pensare che Richter possa avere qualcosa a che fare con la setta degli Illuminati. Oltre a questo poi Langdon e gli altri capiscono che i simboli (e quindi luoghi) non sono solo quattro ma c'è anche un quinto sigillo, con le chiavi papali incrociate e il luogo corrispondente sarebbe Castel Sant'Angelo. Siccome questa marchiatura è destinata al papa, il team torna velocemente a San Pietro appena in tempo per trovare il camerlengo McKenna marchiato a fuoco, Richter si trova di fronte a lui con una pistola in mano e viene quindi prontamente ucciso dai carabinieri. Vittoria con l'aiuto del camerlengo trovano la bomba e, una volta capito che l'unico modo per disinnescarla ha un alto rischio di esplosione, il camerlengo si sacrifica portando con se la particella-bomba alzandosi ad alta quota con un elicottero, per poi inserire l'autopilota e paracadutarsi in piazza San Pietro. McKenna viene accolto come grande eroe che ha salvato l'umanità e quindi favorito per essere eletto Papa. Quasi per caso però Vittoria e Langdon vedono un video registrato dalle telecamere di sicurezza nel quale si vedono i momenti precedenti all'arrivo delle forze dell'ordine sulla "scena del crimine". Ciò che viene capito è che McKenna è il colpevole di tutto e dall'interno, in quanto membro degli Illuminati, voleva rovesciare il potere papale. Richter aveva capito tutto pochi minuti prima di Langdon ed era arrivato nella stanza, dove il camerlengo si marchia da solo e inscena una finta necessità di legittima difesa nei confronti di Richter, che non ha il tempo di spiegare prima di venire uccido dai carabinieri. McKenna smascherato si dà fuoco davanti alla tomba di San Pietro e viene eletto il cardinale salvato dall'annegamento dalla fontana, col nome di Luca I (per segnalare il rapporto tra religione e scienza, Luca era infatti un medico).

Ci furono diverse difficoltà circa la produzione di questo secondo film: innanzitutto nel lavoro di sceneggiatura bisognava farlo apparire come se fosse il sequel del Codice, cosa che nei libri è inversa; Ron Howard non venne fin da subito riconfermato come regista infatti si parlò anche di Steven Spielberg come possibile sostituto; il tutto coincise con la protesta/sciopero degli sceneggiatori che ci fu tra 2007 e 2008, ragione per la quale il film venne protratto fino al 2009.
Per il ruolo di Langdon naturalmente non ci furono dubbi, era di Tom Hanks. Per il camerlengo si era pensato a Orlando Bloom prima di Ewan McGregor, mentre per Vittoria Vetra si era pensato a Gisele Bündchen o Naomi Watts prima di scegliere l'attrice israeliana, secondo me molto più indicata anche se non la conoscevo.
Anche le riprese hanno subito diversi ritardi e problemi vari perché si tratta di luoghi molto particolari, tanti infatti sono stati ricostruiti in post-produzione e questo ha contribuito a renderlo uno dei film con ricostruzioni in scala reale più grandi mai costruiti per un film.

Il film ha ricevuto qualche nomination ma non ha vinto premi importanti.
La colonna sonora è sempre opera del celebre compositore tedesco Hans Zimmer.
In Italia si è piazzato al 3° posto come film più visto del 2009.
Questa volta il Vaticano non ha mosso critiche o accuse nei confronti del film, come capitato col precedente, ma ha solo "avvertito" il pubblico di come si tratti di un'opera di pura finzione basata su miti maliziosi (questo è certo, ma un fondo di verità dietro a certi scaldali papali secondo me rassomiglia a quella che è, o è stata, la realtà).

Ci sono sicuramente una serie di inesattezze storiche (il web è pieno di liste di questo tipo) come anche di differenze tra romanzo e film, su cui non mi addentrerò non avendo letto il libro.

FILM #3

Titolo (originale): Inferno
Regia: Ron Howard
Produzione: USA, 2016
Genere: thriller
Ambientazione: Firenze e Venezia
Tratto da: omonimo romanzo di Dan Brown del 2013
Attori: Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan, Omar Sy, Ben Foster


Terzo film della serie, doveva uscire alla fine del 2015 ma è stato posticipato di quasi un anno a causa dell'uscita del nuovo capitolo di Star Wars. Sono andata a vederlo al cinema ed è stato grazie a questo se ho deciso di recuperare l'intera trilogia di film.

Per questo terzo episodio Tom Hanks nei panni del professor Langdon viene affiancato dalla bella Felicity Jones, nei panni dell'infermiera Sienna dell'ospedale nel quale lui si risveglia.
Robert non sa che cosa sia successo e perché egli si trovi a Firenze, sa solo che non ricorda più nulla ed è estremamente confuso e scioccato quando nella stanza d'ospedale irrompe una donna con la divisa dei Carabinieri che inizia a sparargli contro. Per fortuna Sienna riesce a scappare portandolo in salvo a casa propria. Cercando di riallacciare i contatti con la realtà, Langdon trova in tasca un piccolo proiettore che produce un'immagine dell'Inferno di Botticelli, con una scritta nella parte inferiore, frase firmata da un certo Zobrist. I due si mettono a cercare informazioni a riguardo sul web e scoprono che è un fanatico creatore di un virus simile alla peste che dovrebbe portare al dimezzamento della razza umana. Naturalmente è stato oggetto di numerose indagini e inseguimenti da parte di varie società più o meno segrete e alla fine è stato costretto a uccidersi per non svelare nulla. Come anche negli altri film il percorso di Langdon è imprevedibile e varia man mano che i due trovano e capiscono vari indizi. Dopo molte peripezie chiedono di vedere la maschera di Dante, conservata in massima sicurezza e scoprono che è sparita. Quando le guardie riavvolgono i nastri delle telecamere di sorveglianza tutti sono scioccati nel vedere che è proprio Langdon ad averla rubata. Siccome riescono a scappare e pensano di aver capito dove possa ora trovarsi la maschera, Robert e Sienna si recano a Venezia ma vengono raggiunti da Bouchard, che vuole impossessarsi del virus solo per fare soldi. Mentre si trovano a San Marco però Robert capisce di essersi sbagliato, non dovrebbero trovarsi a Venezia ma a Istanbul! Detto questo Sienna lo intrappola e scappa, non prima però di avergli rivelato come lei fosse in realtà l'amante di Zobrist e quindi sua alleata, intenzionata ora a portare avanti la missione del defunto amante. Bouchard raggiunge quindi Langdon e per il professore sembra essere finita, ma proprio in quel momento arriva sulla scena il "Rettore" ovvero il direttore di una società segreta che si occupa di "emergenze mondiali" che aveva dapprima sostenuto Zobrist ma avendo cambiato idea ora vuole contenere il virus e quindi andare a Istanbul con Langdon e la dottoressa Sinskey. La dottoressa era colei che per prima aveva coinvolto Langdon nella faccenda ed era inoltre anche una sua vecchia fiamma.
Il "rettore" racconta a Langdon di come tutto fosse solo un piano costruito dalla sua società e di come fino a poco fa Sienna, la donna vestita da Carabiniere e il personale dell'ospedale fossero tutti alle sue dipendenze e di Zobrist.
Una volta a Istanbul, Sienna ha preso contatti con dei discepoli di Zobrist mentre il "rettore", la dottoressa e il professore. Dopo tutte le peripezie per trovare il collocamento di questa sacca contenente il virus ed evitare che Sienna la faccia scoppiare, tutto sembra essersi risolto, ma per un soffio. Il finale ha un tono agrodolce, la minaccia mondiale è stata sventata ancora una volta ma Langdon e la Sinskey dovranno dirsi addio, mentre Sienna scompare.

So che ci sono state molte controversie riguardo alle enormi differenze col romanzo. Io non avendolo letto non posso giudicare ma mi hanno spiegato di cosa si tratta e devo dire che il film si discosta davvero tantissimo, soprattutto perché non sono scelte minori ma le differenze cambiano del tutto il significato e il senso della storia, anche nel finale!

Nel complesso non saprei dirvi quale dei tre mi è piaciuto di più, li ho trovati sullo stesso piano anche se naturalmente diversi e ci sono stati i pro e i contro in ognuno. Quello che mi è stato fatto notare e che condivido (anche se non ci avevo pensato subito, devo dire) è che questo terzo e ultimo film comincia totalmente in medias res, non c'è un'introduzione come negli altri, seppur estremamente breve e veloce. Menomale che per prepararmi alla visione di Inferno al cinema mi sono rivista immediatamente prima anche i primi due film, così almeno ho potuto abituarmi all'idea :)

venerdì 4 novembre 2016

FILM: Ratatouille

Titolo: Ratatouille
Produzione: USA, 2007
Regia: Brad Bird, Jan Pinkava
Genere: animazione, commedia
Ambientazione: Parigi, Francia

PIXAR #8


Più di un anno fa ho fatto un post simile a questo, nel quale vi parlavo di "Monsters & Co." e nel quale peraltro vi dicevo che non avrei inaugurato una serie di post come ho fatto per i Classici Disney. Se qualcuno la vuole comunque immaginare come serie, questo sarebbe il suo secondo episodio, quindi siccome Monsters & Co. e anche Ratatouille sono due dei miei Pixar preferiti (e non sono tantissimi) ho deciso di scrivere un post subito dopo averlo recentemente visto per la milionesima volta ;)

Penso di aver ricevuto il DVD poco dopo aver visto il film al cinema nel 2007 circa, quando era uscito e mi è piaciuto moltissimo fin da subito!

Dedicato a Dan Lee, uno dei principali animatori della Pixar e creatore del personaggio di Nemo.

Remy è un ratto che vive con una colonia nella campagna di Parigi. Suo padre è il capo-branco, suo fratello Emile pensa solo a mangiare, e tutti gli ratti vivono nella spazzatura e non si curano nemmeno del cibo che mangiano. Remy però ha un sogno: diventare un grande chef e sperimentare con la cucina e i sapori, inoltre siccome per poter fare questo lui cammina su due zampe per non sporcarsi, questo genera il suo distacco dal resto della colonia che lo allontana perché troppo simile agli umani.
Un giorno, scappando da una vecchia signora che li vuole sterminare, i topi prendono una direzione diversa da Remy, che resta indietro e si perde, non senza però aver portato in salvo la sua "Bibbia", ovvero il libro di ricette dello chef Gusteau, intitolato "Chiunque può cucinare" (frase che aveva convinto Remy a sognare di poter diventare cuoco).
Una volta arrivato a Parigi scopre che il ristorante Gusteau naviga in cattive acque perché, dopo la morte di Gusteau, il critico Antoine Ego l'aveva stroncato e gli aveva fatto perdere 2 stelle.
Remy si dirige subito al ristorante dove scopre una realtà ben diversa da quella sognata, il capo chef ora è un ometto perfido di nome Skinner, che fa di tutto solo per guadagnare.
Proprio in quel momento entra nella cucina un giovane di nome Alfredo Linguini che cerca lavoro come lavapiatti, raccomandato da una lettera di sua madre Renata, vecchia fiamma di Gusteau; siccome sia lo chef che Renata sono morti lo staff acconsente ad assumerlo.
Egli è però piuttosto maldestro e, dopo aver urtato una pentola di zuppa, per non farsi scoprire la riempie di acqua e spezie in modo casuale, ottenendo una vera schifezza. Per fortuna Remy se ne accorge in tempo e rimedia, producendo un autentico capolavoro che viene acclamato da tutti i clienti e perfino da una critica importante. Quando i cuochi si accorgono della presenza di Remy, ordinano a Linguini di sbarazzarsene ma lui lo tiene con sé non appena apprende che è in grado di capirlo.
Il topo e il ragazzo iniziano quindi una collaborazione: Remy sa cucinare, Linguini sa come sembrare umano e quindi entrambi ci guadagnano. Skinner però sospetta qualcosa e chiede un test del DNA per capire se Linguini è effettivamente figlio di Gusteau, come viene detto nel testamento di Renata.
In questo modo Linguini diventa il capo e licenzia Skinner, perché con l'aiuto della sua collega Colette scopre i sotterfugi del capo-chef. Con l'acquisizione di una stella in più, il ragazzo si monta la testa e perde via via l'amicizia con Remy, il quale sentendosi escluso torna dai ratti. Quando però arriva Ego al ristorante, Linguini chiede aiuto a Remy ed egli acconsente ma questa volta con l'aiuto di tutta la colonia famigliare. Il critico rimane stupito dal piatto scelto (la Ratatouille di verdure) e diventa buono e gentile di colpo, chiede di poter porgere i complimenti allo chef e lo staff perciò acconsente a svelare il segreto di Remy, dimostrando che davvero chiunque può cucinare se ne ha il sogno e la passione.
Skinner per vendicarsi del loro successo chiede ad un agente sanitario di fare un controllo al ristorante e così Gusteau è costretto a chiudere. Linguini e Colette aprono un bistrot di nome Ratatouille, più semplice ma molto più allegro e frequentato, dove Ego diventerà cliente abituale dopo essere stato screditato come critico.

Jan Pinzava dal 2001 stava già lavorando al film, per crearne lo stile originale, la storia e i personaggi. La Pixar perse però fiducia e lo sostituì con Bird nel 2005 ed egli cambiò la storia, togliendo Gusteau dai personaggi principali ed enfatizzando piuttosto Skinner e Colette.
Come spesso accade nel periodo precedente alla produzione dei film Disney e Pixar, i registi e lo staff attuarono una vera e propria ricerca sul campo per realizzare al meglio le ambientazioni e i dettagli, osservarono Parigi dal vivo e parteciparono addirittura a corsi di cucina francese.

La colonna sonora era candidata ai premi Oscar del 2008 e come altro riconoscimento (non proprio ufficiale) è stato definito il 6° film più visto dell'anno 2007!

Insomma, vi vorrei praticamente obbligare a vedere questo bellissimo e simpaticissimo film Pixar, penso che chiunque lo guardi ne rimanga soddisfatto perché è difficile che deluda qualcuno. Se l'avete già visto, magari proprio al cinema nel 2007, questa è la giusta occasione per guardarlo di nuovo perché tra poco saranno passati ben 10 anni dalla sua uscita (incredibile)!!!