domenica 6 dicembre 2015

LIBRO: La coscienza di Zeno

Titolo: La coscienza di Zeno
Autore: Italo Svevo
Pubblicazione: 1923
Genere: Romanzo psicologico
Ambientazione: Trieste, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900

   

E' da più di un mese che non vi parlo di libri e perciò è anche da più di un mese che non finivo di leggere un libro.
Mi ero imposta di finire di leggere "La coscienza di Zeno" entro la fine dell'anno di modo che con l'anno nuovo avrei potuto iniziare letture nuove. Eh si, perché ormai è da un anno che lo sto leggendo. Avevo iniziato a leggerlo durante le vacanze di Natale dello scorso anno e adesso stanno quasi per arrivare, quindi chiuso anche il capitolo Svevo.

Sono contenta di averlo finito non solo perché è considerato un grande classico ed è praticamente obbligatorio averlo letto, ma anche perché probabilmente sarà l'unico libro di Italo Svevo che leggerò. Gli altri due suoi romanzi ("Una vita" e "Senilità", scritti entrambi a fine '800) li abbiamo studiati a scuola e abbiamo letto già diversi capitoli interi da entrambi i libri quindi ormai li conosco bene anche senza averli letti.

Per chi non sapesse ancora di cosa parla questo libro, è la confessione-diario che lo psicoanalista chiede di scrivere al suo paziente Zeno Cosini, protagonista della storia. E' diviso in lunghi capitoli che raccontano vari "argomenti" della sua vita in prima persona ma non in ordine cronologico (es. il rapporto con la moglie, il vizio del fumo, il suo lavoro e il rapporto con i colleghi, ecc.).
Come anche i protagonisti degli altri romanzi di Svevo, Zeno è un inetto, ovvero ha una personalità "inadatta" alla vita, che si manifesta come una malattia e deve quindi essere curata dallo psicoanalista, alla fine scoprirà che il vero malato non è lui ma lo è la società circostante. A differenza dei due personaggi precedenti però Zeno riesce effettivamente a superare questa sua condizione.

Trieste aveva un ruolo molto importante nel periodo di passaggio tra l'800 e il '900 sia come "passaggio" attraverso il quale la psicoanalisi di Freud è arrivata in Italia (dopotutto era una città austriaca) e questo viene evidenziato molto nel romanzo; inoltre a Trieste in questo periodo abbiamo un alta concentrazione di scrittori importanti, sia triestini come Umberto Saba ma soprattutto c'era James Joyce, che ebbe un'importante influenza su Svevo e per i suoi romanzi.

Il capitolo forse più importante è proprio la prefazione, in cui il "dottor S." dice di pubblicare questo diario senza il permesso del suo paziente per vendicarsi del fatto che egli aveva interrotto la cura.

Non so se prima degli esami universitari riuscirò a pubblicare altri post (perché non so se riuscirò a fare qualcosa oltre lo studio) ma in ogni caso sicuramente tornerò prima delle vacanze, magari con un paio di film natalizi! A presto

Nessun commento:

Posta un commento