Titolo (originale): Le avventure di Pinocchio
Autore: Carlo Collodi
Pubblicazione: 1883
Genere: letteratura per ragazzi
Ambientazione: Toscana, '800
Durante il mese di marzo per motivi universitari ho dovuto dedicarmi alle varie versioni cinematografiche o televisive in cui è stata trasposta la storia di Pinocchio. Questa famosissima storia per ragazzi scritta da Carlo Lorenzini/Collodi a fine '800 e pubblicata prima sul giornale e poi in libro, la conoscono tutti. Tanto che si tratta del libro più tradotto dopo la Bibbia, e attenzione, è una storia tutta italiana - toscana - e nemmeno così vecchia se ci pensate.
Benedetto Croce già a inizio '900 la faceva rientrare nei canoni della letteratura italiana, e come accade per Il Piccolo Principe cessa di essere "soltanto" un libro per ragazzi. La storia fino ad oggi ha ricevuto numerosi adattamenti, sia in televisione che al cinema, con film, musicals e film d'animazione.
Nell'edizione originale le illustrazioni erano opera di Enrico Mazzanti. Scritto nel 1881, pubblicato nel 1883 ma ambientato in un periodo non troppo specificato attorno all'Unità d'Italia, perché gli zecchini ci indicano che la moneta non era ancora unitaria (la lira) ma allo stesso tempo abbiamo i carabinieri, che esistevano nella seconda metà del secolo. Possiamo perdonare queste inesattezze perché se pensiamo alla versione disneyana, dovremo adattarci a ben altro! Comunque il romanzo è di chiara ambientazione fiorentina/toscana per il linguaggio soprattutto e, a proposito del linguaggio, forse non tutti sanno che "ridere a crepapelle" e naturalmente "non dire le bugie che ti crede il naso" che tutte le mamme/papà/nonni ecc. italiani avranno vi avranno detto e che non sono traducibili in altre lingue. Allo stesso tempo possiamo notare come i nomi propri dei personaggi siano diventate le definizioni per antonomasia di alcune categorie di persone come il Gatto e la Volpe per riferirsi a due furboni poco affidabili, Grillo-parlante per indicare la voce della coscienza quando però non viene ascoltata e infine Pinocchio per chi racconta bugie.
La struttura "a episodi" è molto chiara e delineata e in effetti rimane quella degli episodi pubblicati sul giornale. Iniziamo con la costruzione di Pinocchio-burattino da parte di mastro Geppetto con il tronco donatogli da mastro Ciliegia, proseguiamo con il Grillo-parlante, il teatro dei burattini di Mangiafuoco, lo sfortunato incontro con il Gatto e la Volpe, la Fata turchina e il naso che si allunga e si accorcia, il paese dei Balocchi con Lucignolo e la trasformazione in asinelli, e dopo ancora altre peripezie finalmente Pinocchio nuota fino alla balena alla ricerca di Geppetto; tutto si conclude con la trasformazione in ragazzino in carne ed ossa.
Cos'è che ha fatto sì che questo romanzo italiano per ragazzi di fine '800 diventi il secondo libro nel mondo dopo la Bibbia? Certamente bisogna capire il periodo storico/letterario in cui è stato scritto, cioè l'Ottocento, un secolo molto cupo se pensiamo a Dickens, a Verga, all'oscurità quasi del romanzo gotico. Nell'Ottocento non c'è un grande narratore di fiabe per bambini (certo, ci sono i fratelli Grimm, narratori di fiabe per eccellenza ma loro in realtà riprendevano storie tradizionali)! Secondo me la ragione è che questa storia ha molte chiavi di lettura (come il già sopracitato Piccolo Principe oppure anche la "Trilogia di Calvino" di cui ho già parlato in passato). Ho trovato sul web che Collodi apparteneva ad una setta massonica, quindi Pinocchio potrebbe avere una lettura di tipo esoterico, oppure un'altra di tipo invece religioso, inoltre poi abbiamo anche la lettura classica per bambini o ancora quella più simbolica.
Curiosità: nonostante il grande successo che il libro ebbe, inizialmente riscontrò delle perplessità in quanto venivano citati i carabinieri, anche se poi si scoprì che questo non comportava nulla. In quegli anni si svilupparono anche altre vicende con protagonista Pinocchio, chiamate appunto "pinocchiate" ma esse non erano in qualche modo ufficiali perché scritte da altri autori.
FILM #1
Titolo: Le avventure di Pinocchio
Regia: Luigi Comencini
Produzione: Italia, 1972
Genere: sceneggiato televisivo
Ambientazione: Toscana, '800
Attori: Nino Manfredi, Andrea Balestri, Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lionel Stander, Ugo D'Alessio
In realtà si tratta di uno sceneggiato televisivo, in quanto è stato trasmesso in 6 puntate nel 1972, praticamente una mini-serie TV. Quando ero piccola mi avevano regalato la VHS con tutti gli episodi ma era da un sacco di anni che non la vedevo, quindi con l'occasione di questo esame universitario sono contenta di averne rinfrescato la memoria!
Il cast è composto da grandi attori di quegli anni, sicuramente bravissimi e molto caratteristici per i ruoli che dovevano ricoprire. Mantiene la caratteristica "episodica" che anche il libro ha, essendo nato proprio come episodi pubblicati sul giornale.
Ciò che sicuramente colpisce è la grande differenza che ha con la storia di Collodi (una delle poche ma sicuramente non trascurabile) ovvero il fatto che Pinocchio qui non sia un burattino, bensì per la maggior parte del tempo un bambino in carne ed ossa interpretato dal giovane Andrea Balestri. La dinamica è quella della fata Turchina che rende Pinocchio bambino o burattino a seconda della sua condotta per premiarlo e punirlo, solo alla fine diventerà un bambino definitivamente. Questa scelta inizialmente non venne ben vista perché troppo diversa dalla storia originale e il progetto di Comencini non venne accettato subito. In realtà nasce da necessità tecniche perché nonostante il tecnico degli effetti speciali (che una decina d'anni più tardi realizzerà il pupazzo di E.T.) è un ingegnere italiano molto noto per questi lavori ma qua era ancora agli inizi, e le tecnologie non erano avanzate a quel punto da poter permettere al burattino di camminare e muoversi autonomamente.
Altra nota è la colonna sonora di Fiorenzo Carpi, specialmente il jingle principale, entrato nella cultura popolare e conosciuto da tutti, anche chi non ha mai visto il film.
FILM #2
Titolo: Pinocchio
Regia: Roberto Benigni
Produzione: Italia, 2002
Genere: fantastico
Attori: Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Carlo Giuffré, Peppe Barra, Massimiliano Cavallari, Bruno Arena, Kim Rossi Stuart
Come il libro e lo sceneggiato televisivo, anche questa versione l'ho dovuta vedere per l'università. Questa volta però devo dire che nonostante l'avessi già vista al cinema nel 2002 quando è uscito, questo film non me lo ricordavo molto bene, proprio vagamente. Ero tuttavia curiosa di rivederlo perché so che molte sono state le critiche e essendo io all'epoca alle elementari non potevo capirne le motivazioni.
Come ho letto su internet ma come in realtà ci ha spiegato anche il professore all'Università, l'intenzione di Benigni di fare un film su Pinocchio era già pensata da molto tempo prima e probabilmente se fosse stata fatta subito avrebbe avuto anche più successo. L'idea nacque da un collaborazione, o meglio, da una discussione con Federico Fellini.
La colonna sonora è tipica dei film di Benigni, opera del maestro Nicola Piovani, e su questo punto niente da dire. Il film ha ricevuto premi sia per la musica che per i costumi (Danilo Donati, già citato per aver vinto anche con "I Clown") ma ricevette anche il Razzie Award per il peggior attore protagonista a Roberto Benigni.
Nonostante il film non fu un flop totale economicamente, subì troncamenti della critica per quanto riguarda la recitazione. Concordo in parte anche se non su Benigni, che di solito apprezzo. Secondo me in questo caso il problema di Benigni nei panni di Pinocchio sta più che altro nella scarsa credibilità di un ragazzino cinquantenne, di una scelta estremamente poco adatta.
Questo film compare nella lista dei 100 film peggiori degli anni '00 e ricopre il terzo posto (unico film italiano in questa classifica)!
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