lunedì 21 marzo 2016

LIBRO: Il viaggiatore notturno

Titolo (originale): Il viaggiatore notturno
Autore: Maurizio Maggiani
Pubblicazione: 2005
Genere: romanzo
Ambientazione: contemporaneo, Algeria


Una delle poche volte (recentemente) che inizio un libro di cui non conosco assolutamente nulla! L'ho preso dallo scaffale nella libreria di casa mia, perché mio papà l'aveva letto anni fa anche se non se lo ricordava bene mi aveva detto che gli era piaciuto, e dato che mi ispirava dalla descrizione sul retro ho deciso di leggerlo anch'io. Ci ho messo sicuramente più del necessario perché non è grosso ma siccome portavo avanti più letture insieme, e avevo anche esami all'università, ci ho messo 2 mesi.

Non c'è una veria propria storia ma piuttosto una serie di riflessioni del protagonista che gli scaturiscono da vari ricordi del suo passato, principalmente di viaggi dovuti al suo lavoro come esperto di migrazioni animali. Ora si trova in uno di questi viaggi in Algeria e durante la sua permanenza nel deserto del Sahara, vive assieme alla popolazione dei tagil, facendo la conoscenza di interessanti personaggi. Scaturiscono ricordi che portano a riflessioni sulla guerra della Bosnia, sull'orsa Amapola che vive nelle montagne della Carnia, dell'armeno Zingirian, della Perfetta e molti altre figure misteriose e affascinanti.

Ho apprezzato particolarmente lo stile di scrittura e anche il genere in sé del romanzo perché non lo saprei definire con esattezza ("romanzo di viaggio"? "di riflessioni e ricordi"?) l'ho trovato molto originale e anche in grado di dare spunto a riflessione di tematiche importanti e non troppo frequenti. Piccola nota dolente riguardo l'edizione (quella che possiedo è la prima, proprio del 2005, dell'Universale Economica Feltrinelli) è il fatto che non ci sono praticamente bordi bianchi in alto alle pagine, cosa insolita ma mi ha dato fastidio.

Lo consiglio assolutamente. Parla di guerra e pace, di amore e natura attraverso un libero flusso di coscienza. Certo, lo stile è particolare ma il messaggio (i messaggi, meglio) arrivano certamente alla fine e l'impatto rimane.

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