sabato 9 settembre 2017

#Venezia74 | Lean on Pete

Sabato 2 settembre 2017 - quarta giornata alla Mostra del Cinema di Venezia

Mi sono svegliata all'alba e ho affrontato un viaggio in vaporetto + autobus durante il quale stavo gelando per andare a vedere la primissima proiezione della giornata: Lean on Pete e, a seguire, Human Flow. Le mie aspettative per entrambi erano alte ma alla fine solo il primo film è riuscito a soddisfarle.

Ci voleva una produzione britannica per rendere su pellicola una storia così intrinsecamente americana, una vicenda che solo negli Stati Uniti avrebbe potuto prendere vita. Il regista inglese Andrew Haigh ha adattato la sceneggiatura dal romanzo La ballata di Charley Thompson (2010, titolo originale Lean on Pete) scritto da Willy Vlautin.
La pellicola annunciata nel 2015, le cui riprese si sono svolte da metà agosto a metà settembre 2016 a Portland, è stato presentato in concorso alla 74° Mostra del Cinema di Venezia.

















Charley Thompson, 15 anni, vive una situazione famigliare difficile. La madre l'ha abbandonato quand'era ancora piccolo e il padre, amorevole ma allo stesso tempo inaffidabile, non è capace di provvedere al figlio. Padre e figlio vivono in una situazione economica precaria e l'avventatezza del padre finirà per mettere la sua vita e quella di Charley (Charlie Plummer) in pericolo.
Per fortuna il ragazzo è abituato a cavarsela da solo e inizia quindi un pellegrinaggio alla Oliver Twist fra le strade e i deserti dell'America più profonda. Incontrerà molte persone durante il suo viaggio per arrivare fino a Laramie, Wyoming alla ricerca della zia perduta: reduci di guerra, vagabondi non troppo amichevoli, ma soprattutto Del e Bonnie (Steve Buscemi e Chloe Sevigny) proprietario di cavalli da corsa e rispettivo fantino. Con questi ultimi Charley entrerà per qualche tempo in sintonia ma dai quali prenderà in "eredità" colui che dà il nome all'opera, lo sfortunato cavallo Lean on Pete.

Viaggio on-the-road che racconta e segue la fuga di Charley Thompson attraverso l'America e attraverso la sua formazione. La regia e sceneggiatura di Haigh sono bilanciate ed evocative ma non sarebbero in grado di riempire la pellicola senza il sensazionale giovane protagonista Charlie Plummer che a me e molti altri ha ricordato l'indimenticabile River Phoenix (specialmente di profilo).

Probabilmente non troppo originale dal punto di vista autoriale perché tutto sommato la storia è piuttosto classica, seppur emozionante. Non credo che arriverà a sconvolgere le giurie dei più importanti premi mondiali ma senz'altro rimarrà nei cuori del pubblico.

P.S.: Mentre scrivo questa recensione siamo molto vicini al momento della verità, al 9 settembre 2017, e non avendo visto The Insult (il quale, secondo l'opinione comune, porterà il protagonista a vincere la Coppa Volpi), se dipendesse da me il premio andrebbe al giovane Charlie.


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