Giovedì 31 agosto 2017 - seconda giornata alla Mostra del Cinema di Venezia
Dopo essermi dedicata alla versione restaurata per il 40° anniversario di Incontri ravvicinati del terzo tipo, ho utilizzato tutto il tempo che mi restava fino alla sera per mettermi in coda e sperare di riuscire ad entrare alla proiezione in Sala Grande di The Shape of Water. Non so ancora come io ci sia riuscita ma oltre ad entrare ho avuto un posto in prima fila centrale.
Vedere il film in anteprima assoluta, sapendo che tra il pubblico c'erano il regista Guillermo del Toro, le attrici Sally Hawkins, Octavia Spencer e l'attore Richard Jenkins - nonché svariati altri membri della crew - è stata senza ombra di dubbio un'esperienza irripetibile che ad oggi non sono riuscita a replicare (nonostante ci abbia provato).
Marzo 2016: il film viene annunciato, agosto 2016: iniziano le riprese, 6 novembre: le riprese finiscono, 19 dicembre: Alexandre Desplat (anch'egli presente in sala) si occuperà della colonna sonora, 19 luglio 2017: diffuso il trailer, 31 agosto: proiezione alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, 8 dicembre: distribuzione nelle sale statunitensi.
Queste sono le date salienti di questo thriller ambientato durante la Guerra Fredda nel quale il sapore di favola prevale sulla trama di spionaggio. Il pubblico era entusiasta e il cast con lui, anche se a qualche giorno (e proiezione) di distanza mi sento di dire che non sarà lui a portarsi a casa il Leone d'Oro, anche se possiamo tranquillamente aspettarci di rivederlo alla notte degli Oscar 2018.
La cifra horror/fantasy che contraddistingue il celebre regista messicano, che qui figura anche come co-sceneggiatore e co-produttore, viene riconfermata dalla sua nuova pellicola, che similmente a Il labirinto del fauno (2006) ci presenta una favola inquietante su uno sfondo storico preciso: gli anni della Guerra Fredda, ossia l'America degli anni sessanta.
Sally Hawkins è Elisa, una ragazza muta e solitaria che convive con il migliore amico interpretato da Jenkins. Una storia di discriminazione derivata dalla diversità è quella portata sullo schermo da Del Toro: la disabilità fisica di Elisa, l'omosessualità del personaggio di Jenkins, la questione razziale che tocca Zelda (migliore amica e collega di Elisa, interpretata da Octavia Spencer) e anche altre impiegate delle pulizie (mestiere che sottintende una certa discriminazione), ma anche la donna nei confronti del maschilismo e, ciliegina sulla torta, la "creatura" interpretata da Doug Jones.
Elisa e Zelda puliscono i pavimenti di un laboratorio governativo quando si imbattono in una creatura misteriosa tenuta top-secret dal perfido capo interpretato da Michael Shannon. Nulla di originale e sconvolgente per quanto riguarda la trama inserita nel filone "spionaggio della Guerra Fredda" ma non potrete fare a meno di commuovervi - o almeno addolcirvi - dalle note delicate e malinconiche di una storia di diversità e venire a patti con il proprio destino.
Quest'anno a Venezia sono in concorso parecchi film forti e cinici, questo non è uno di quelli. The Shape of Water è una pellicola estremamente delicata realizzata da un regista sapiente che non ha perso nemmeno per un attimo l'idea che aveva in mente ed è riuscito a portarla avanti in maniera equilibrata dall'inizio alla fine, aggiungendo naturalmente la sua firma con un'atmosfera unica di realismo magico, caro alla sua area di provenienza.
Forse non l'opera più sconvolgente di Guillermo Del Toro, forse non otterrà una valanga di premi, ma sarà sicuramente apprezzato dai più, sarà sempre e comunque capace di emozionare la gente, conta su un cast meraviglioso, una fotografia straordinaria e una colonna sonora magica.
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