Sezione Orizzonti
Reduce dalla proiezione mattutina di Suburbicon, ho voluto dedicarmi ad un altro film concorrente nella sezione Orizzonti. In questo caso ho scelto Marvin, l'ultima pellicola realizzata dalla regista e attrice francese Anne Fontaine, screening al quale era presente anche il cast e la regista.

In tutto e per tutto storia di formazione del protagonista Marvin Bijou (interpretato da Finnegan Oldfield) che alterna passato e presente, un po' come Moonlight (Barry Jenkins, 2016) ma in versione molto francese.
La parabola di Marvin si accosta facilmente a quella di Billy Elliot (Stephen Daldry, 2000) in quanto il ragazzo vuole sfuggire da un contesto familiare e sociale non proprio roseo per diventare attore teatrale. Oltre a tutto naturalmente deve fare i conti con la propria sessualità, compito reso più difficile dal suo cognome.
Il ruolo che nel film inglese del 2000 era affidato a Julie Walters, quello di un'insegnante o nel caso di Marvin una preside scolastica, che scopre il talento dello studente e lo aiuta a spiccare il volo. Per quanto riguarda invece la sua vita da giovane adulto, la parte del mentore è interpretata da niente meno che la meravigliosa Isabelle Huppert nel ruolo di sé stessa.
L'omosessualità di Marvin e la sua difficoltà nel reagire al bullismo scolastico e all'emarginazione da parte dei coetanei, nonché alla durezza con la quale è trattato dalla famiglia non sono le uniche tematiche sociali del film (nonostante grazie ad esse ha vinto il premio Lgbt del Festival). Il riscatto sociale, riuscire finalmente a sfuggire all'arretratezza culturale della classe operaia da cui proviene, in questo caso grazie al teatro, alla recitazione e alle persone che questo nuovo ambiente gli permettono di conoscere, questi sono i temi che rendono la narrazioni del film efficace e credibile.
Il montaggio alternato che ci fa "rimbalzare" continuamente tra passato e presente aggiungono un tocco in più a questa storia di formazione che culmina poi con la prima dello spettacolo dove il fu Marvin Bijou racconta la sua parabola insieme a Isabelle Huppert, raccontando sé stesso e al tempo stesso una persona che non c'è più perché lui ormai ha cambiato nome e cambiato vita.
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