domenica 30 ottobre 2016

FILM: Il nastro bianco

Titolo: Il nastro bianco
Titolo originale: Das weiße Band - Eine deutsche Kindergeschichte
Regia e sceneggiatura: Michael Haneke
Produzione: Germania, 2009
Genere: drammatico
Ambientazione: Germania del nord, 1913
Attori: Susanne Lothar, Ulrich Tukur, Burghart Klaußner, Christian Friedel, Roxanne Duran

Vincitore della Palma d'Oro al 62° Festival di Cannes (2009).


Ha vinto il Golden Globe come miglior film straniero nel 2010, ed era anche candidato alla stessa categoria per gli Oscar di quell'anno.

Dura 144 minuti ed è in bianco e nero. Questo a mio avviso non lo rende un film particolarmente più pesante di quanto non lo sia già di per se. Con "pesante" non intendo in senso negativo, intendo che le tematiche e la storia non sono leggere e questo non è un film d'intrattenimento. Gli attori sono bravissimi e la storia è ben costruita, l'unica cosa è che siamo di fronte ad un film piuttosto lungo che tratta tematiche serie e drammatiche. Il fatto che sia in bianco e nero per molti sembra essere un fattore negativo, non so spiegarmi perché, ma senza dubbio è azzeccato per questo film.

Il periodo di narrazione va dal 1913 al 1914 ricoprendo un lasso di tempo di un anno. Ci troviamo in un villaggio tedesco nel nord della Germania. La vicenda si apre con premesse misteriose e inspiegabili: il medico del paese è ferito dopo una caduta da cavallo (colpa di una corda tesa tra due alberi); il figlio del barone viene seviziato; la finestra della stanza di un neonato viene appositamente aperta nel gelo invernale; il fienile del barone viene incendiato; il figlio disabile della levatrice viene torturato. Il protagonista/narratore della storia è il maestro del villaggio, sembra avere un'intuizione circa i fatti inquietanti e tristi che dominano il villaggio.
Ma il punto è un altro: c'è una persona dietro a tutti i fatti o è qualcosa di più grande che sta arrivando a portare dolori ancora più grandi all'intera umanità?

La fotografia, le inquadrature e i tempi sono particolarmente lunghi e "duri" e anche le espressioni degli attori e le loro battute, la sceneggiatura, contribuiscono tutti a un clima che provoca disagio. Al centro della vicenda abbiamo l'ambientazione rurale di forte religione protestante, i bambini sono molto importanti nella visione della vigilia della Prima Guerra Mondiale del regista austriaco. Questo non è sicuramente un elemento da trascurare perché se gli adulti del film sono troppo anziani per combattere e i bambini troppo giovani, ci sono pochi personaggi maschili di età intermedia: forse solo il maestro/narratore, che ormai anziano racconta la storia con un tono di amarezza. La scelta di mettere i bambini (e la loro educazione) al centro della storia è una scelta molto interessante perché saranno loro gli adulti di un futuro non troppo felice del loro paese. Noi sappiamo cosa succederà di lì a pochi anni, questi bambini saranno adulti negli anni '20 e '30, gli anni del nazismo... saranno proprio loro i futuri sostenitori di Hitler? Probabilmente sì e questo ci viene fatto capire implicitamente dall'ambientazione e dalla loro educazione. Vedendo tutto quello che i più giovani hanno dovuto passare addirittura prima della guerra, e poi naturalmente anche durante di essa, possiamo avere una nuova prospettiva circa le loro scelte del futuro.

Nonostante tutta questa negatività, disagio, dolore e avvenimenti oscuri che pervadono la storia, la speranza non muore mai, nemmeno nel periodo più buio della storia di quegli anni. L'accenno di storia d'amore fra il maestro e la tata dei figli del barone porta sotto i nostri occhi un timido corteggiamento che per certi versi mi ha ricordato (seppur diverso per molti motivi) quello del film "L'albero degli zoccoli".

Fatemi sapere come al solito che cosa ne pensate del film se l'avete visto e se invece non lo conoscete, vis consiglio di guardarlo in un momento di calma (vi avviso, non è da vedere in un momento di sconforto perché non è proprio leggero)!

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