Regia e sceneggiatura: Gaspar Noé
Produzione: 2009, Francia - Germania - Italia - Canada
Genere: drammatico o come lo definisce l'autore "melodramma psichedelico"
Ambientazione: Tokyo, contemporanea
Attori: Nathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril Roy
Nonostante sia del 2009, questo è un autentico film in stile anni '90, ed è forse in quegli anni che il regista ha concepito l'idea perché ha dichiarato che questo era il progetto dei suoi sogni ma che ha potuto realizzarlo solo dopo il successo dei suoi precedenti film.
Oscar, 20 anni, e Linda, 18 vivono insieme a Tokyo, sono fratello e sorella. Lui fa lo spacciatore mentre lei fa la spogliarellista in un locale. Un giorno lui fuma della DMT e mentre è fatto viene raggiunto da Alex, con cui poi si reca al "The Void" un locale dove Victor, un suo amico, gli aveva chiesto di portargli della droga. In realtà si trattava di una trappola della polizia per poterlo catturare ma lui si chiude in un bagno e loro gli sparano a morte. Da qui in poi parte l'esperienza extra-corporea di Oscar, la cui anima - uscita dal corpo - viaggia nel passato, nel futuro e anche in situazioni del presente di cui egli non fa parte. Si inizia a capire il passato dei due fratelli: la morte precoce dei loro genitori in un incidente d'auto dove loro erano presenti, l'affidamento in due famiglie separate, il trasferimento a Tokyo di Oscar, dove poi Linda lo raggiunge, l'inizio dei loro due lavori, la storia d'amore di Oscar con la madre di Victor. Vede però anche il futuro: il destino del suo corpo, lo sfruttamento di sua sorella da parte del suo capo, la vita difficile di Victor e la latitanza da senzatetto di Alex. Dopo tutto questo Oscar vive l'esperienza che gli era stata raccontata precedentemente da Alex (nel "Libro della morte") ovvero l'ultimo passaggio, quello decisivo, che si vive durante un'esperienza extra-corporea: vedere una coppia durante un rapporto sessuale in modo da potersi reincarnare come loro figlio. La coppia che Oscar vede sono Alex e Linda.
Parto subito con i miei due elementi preferiti: il primo sono i titoli di testa e gli effetti speciali usati in essi, il secondo invece è la presenza dell' "Aria sulla quarta corda" di Bach (una delle musiche che più mi porta a riflettere su alcuni ricordi del mio passato) che poi è lo stesso significato che prende in questo film. La presenza di questa musica e il modo in cui è inserita col montaggio mi è piaciuta molto ma il resto della colonna sonora non mi ha particolarmente colpito. Le riprese e gli effetti speciali nel montaggio, specialmente all'inizio, sono d'effetto e ben riusciti ma nonostante tutto non posso dire che mi abbiano colpito così tanto, quello che mancava e che secondo me avrebbe dato un tocco in più al film sarebbero stati più dialoghi (o magari anche non tanti ma più significativi e meno ripetuti) e forse anche una maggiore struttura in alcuni passaggi (esempio: parti che si ripetono numerose volte ma senza uno scopo preciso, secondo me rallentano il film e basta, diminuiscono l'effetto "scioccante e d'impatto" che secondo me il regista voleva ottenere). Per ribadire il concetto in un altro modo: capisco che un progetto del genere avesse bisogno di molti soldi per essere realizzato (riprese molto elaborate e produzione tra 4 paesi) ma spesso, almeno a mio avviso, aumentando il budget si rischia di diminuire l'impatto. Le scene a computer che simulano i trip sono azzeccate ma troppi effetti speciali su larga scala distraggono da quello che era l'intento originario, non so se mi spiego.
Ad ogni modo non boccio totalmente questo film perché le premesse sono interessanti e fa effetto pensare come sia stato realizzato tra ben 4 paesi.
Uscito come anteprima al Festival di Cannes 2009, la post-produzione è continuata fino all'uscita nelle sale un anno più tardi. Esistono molte versioni, molti cut diversi di questo film, io l'ho visto in quella che dura 2 ore e 17 minuti e l'ho visto doppiato in italiano.
Non avevo mai visto nessuno degli attori presenti, anche perché per molti di loro è la prima esperienza in campo cinematografico e anche questa è una cosa che ho sicuramente apprezzato. L'unica che avevo solo sentito nominare era Sarah Stockbridge, modella musa di Vivienne Westwood alla fine degli anni '80.
Mie opinioni e gusti a parte vi consiglio lo stesso di vedere questo film perché almeno è qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso da quello che si vede normalmente e secondo me ogni film che vediamo influenza il nostro modo di vedere i film. Il modo in cui due persone percepiscono lo stesso film non è mai uguale perché non hanno visto gli stessi film prima, e anche se fosse non li hanno visti nello stesso ordine o allo stesso punto delle loro vite, non so se mi spiego.
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